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DANIELA SANTANCHE' MINISTRO
Arriverà prima della fine della legislatura la sentenza del Tribunale di Milano sul caso Visibilia, che vede imputata la ministra del Turismo Daniela Santanchè insieme ad altri 15 tra manager e sindaci delle società del gruppo, per l’accusa di falso in bilancio riferita agli esercizi compresi tra il 2016 e il 2022. Dopo la sostituzione di due magistrati su tre per trasferimento in altri ruoli e una lunga fase di eccezioni preliminari sollevate dalle difese, il presidente della seconda sezione penale, Giuseppe Cernuto, insieme alle colleghe Paola Filippini e Alessandra Di Fazio, ha stabilito un calendario serrato di 14 udienze per arrivare al verdetto entro il 30 giugno 2026. In caso di proroga, sono previste nove date di riserva, con termine massimo il 29 ottobre 2026, un anno prima della scadenza naturale della legislatura.
In aula saranno ascoltati imputati, testimoni e militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza, che hanno condotto le indagini coordinate dai pm Luigi Luzi e Marina Gravina. Il collegio giudicante ha invitato le parti a “costruire udienze tematiche” nella citazione dei testimoni, per seguire con maggiore razionalità il filo delle accuse sui conti delle società del gruppo. Le società Visibilia Editore e Visibilia Editrice sono uscite dal processo dopo il patteggiamento, mentre per Visibilia Srl in liquidazione è stata dichiarata la nullità del capo d’imputazione.
La linea difensiva
Le difese, rappresentate dagli avvocati Salvatore Pino, Nicolò Pelanda e Antonella Augimeri, incassano un primo successo: nel dibattimento saranno ascoltati tre investigatori della Guardia di finanza che nel 2016 avevano redatto un’informativa in cui si escludevano irregolarità gestionali in Visibilia Editore. Contro il parere della Procura, che riteneva “irrilevante” la loro testimonianza, il tribunale ha accolto la richiesta dei legali di sentire i militari, autori di un rapporto nel quale si leggeva che la società “non presentava rischi finanziari”, ma anzi “un miglioramento della posizione patrimoniale e una riduzione dei debiti verso banche e fisco”.
«Sono sempre state rispettate tutte le comunicazioni al mercato», si leggeva in un’annotazione del 19 ottobre 2016. Per la difesa, si tratta di un documento centrale, poiché proprio da quell’anno – secondo la Procura – sarebbero iniziate le presunte false contabilizzazioni su alcune voci di bilancio, tra cui l’avviamento, poi al centro delle accuse.
Le indagini erano partite da un esposto dei soci di minoranza che avevano investito nel gruppo, lamentando irregolarità contabili e richieste di trasparenza sulle operazioni aziendali. Da lì la sequenza di verifiche fiscali e perizie contabili che hanno portato all’attuale processo. Parallelamente prosegue il procedimento per truffa aggravata ai danni dell’Inps, nel quale il Senato della Repubblica ha sollevato un conflitto di attribuzioni davanti alla Corte costituzionale dopo la trasmissione ai pm di audio e chat provenienti da ex dipendenti delle società Visibilia.
Durante l’udienza di martedì, i pubblici ministeri hanno deciso di escludere dagli atti una mail del 7 ottobre 2020, in cui Santanchè non compariva come mittente né come destinataria, ma solo “in copia conoscenza”. La Procura ha chiarito che, pur ritenendo il documento non coperto dalle tutele previste per la corrispondenza parlamentare secondo la sentenza Consulta “Open-Renzi”, la mail è stata rimossa “per irrilevanza”, in attesa della pronuncia della Corte costituzionale sul conflitto sollevato dal Senato. Il processo riprenderà il 18 dicembre, quando il tribunale proseguirà con l’ascolto dei primi testimoni e la calendarizzazione dei periti contabili.