Il procedimento penale che vede Daniela Santanché, ministra del Turismo, indagata per truffa aggravata ai danni dell’Inps è stato sospeso. La decisione è della giudice dell’udienza preliminare di Milano Tiziana Gueli, che ha accolto la richiesta della difesa di attendere la pronuncia della Corte costituzionale sul conflitto di attribuzione sollevato dal Senato della Repubblica.

La sospensione congela di fatto il processo per diversi mesi: la Gup ha fissato una nuova udienza “interlocutoria” per il 20 febbraio 2026, utile solo a verificare se la Consulta si sia espressa. I tempi stimati per una decisione oscillano tra sette mesi e un anno.

Il nodo dell’autorizzazione parlamentare

Il cuore della questione ruota attorno alla utilizzabilità di alcune registrazioni e comunicazioni private della senatrice di Fratelli d’Italia. Secondo i difensori Salvatore Pino e Nicolò Pelanda, la Procura di Milano avrebbe dovuto chiedere al Parlamento l’autorizzazione preventiva per acquisire le conversazioni e i messaggi della ministra.

Nel corso dell’udienza a porte chiuse, la Procura, rappresentata dai pm Maria Giuseppina Gravina e Luigi Luzi, ha depositato una memoria opponendosi alla sospensione, sostenendo la piena legittimità delle acquisizioni. La Gup, tuttavia, ha deciso di congelare il procedimento fino alla pronuncia della Consulta, considerata determinante per la prosecuzione del giudizio.

L’accusa di truffa aggravata all’Inps

L’indagine riguarda il presunto utilizzo irregolare della cassa integrazione Covid da parte delle società del gruppo Visibilia, fondate e in parte controllate da Daniela Santanché. Secondo l’accusa, tredici dipendenti di Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria sarebbero stati formalmente posti in cassa integrazione a zero ore, ma avrebbero continuato a lavorare senza saperlo, generando un danno per l’Inps di oltre 126 mila euro. L’ente previdenziale figura nel procedimento come parte offesa.

Le difese della ministra e del compagno Dimitri Kunz d’Asburgo-Lorena, anche lui indagato, hanno chiesto l’inutilizzabilità delle registrazioni ambientali realizzate da Eugenio Moschini, ex dipendente del gruppo, e acquisite dagli inquirenti. Contestata anche l’acquisizione delle email e dei messaggi WhatsApp in cui la senatrice risulta mittente o destinataria. Gli avvocati hanno inoltre formulato una eccezione di nullità per le modalità con cui le prove sono state raccolte, ribadendo la necessità del vaglio parlamentare per procedere nei confronti di un membro del Senato.

L’origine dell’inchiesta

Il fascicolo è nato dalle dichiarazioni di Federica Bottiglione, ex dirigente di Visibilia Editore, che ha denunciato di aver continuato a lavorare tra marzo 2020 e novembre 2021, nonostante risultasse formalmente in cassa integrazione a zero ore. La donna aveva anche registrato conversazioni con Kunz d’Asburgo-Lorena, fornendo materiale poi acquisito dagli investigatori. Secondo la Procura, lo schema fraudolento si sarebbe ripetuto per almeno sei dipendenti di Visibilia Editore e altri sei della concessionaria pubblicitaria, replicando la stessa modalità di gestione delle risorse nel periodo pandemico.