LA TRATTATIVA

ALESSANDRO FIORONI DIPLOMAZIE A LAVORO

«È un puro flusso di coscienza slegato dalla realtà e i suoi autori sembrano essersi basati su giornali provinciali e menzogne ucraine». Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev bolla così il piano italiano di pace per l'Ucraina presentato dal premier Mario Draghi e ora sul tavolo delle Nazioni Unite. Secondo l’ex presidente russo infatti «l'idea di una completa autonomia della Crimea come parte dell’Ucraina sarebbe causa di una guerra a pieno titolo di sicurezza di Mosca».

Il piano italiano che e ancora comunque una bozza prevede l’immediato cessate il fuoco, la garanzia che l’Ucraina rimanga neutrale e non entri nella Nato, una soluzione di compromesso su Crimea e Donbass ( il punto piu contestato) e un nuovo patto di sicurezza europea e internazionale.

Naturalmente nel testo si legge che una condizione imprescindibile per poter completare il quadro dei quattro punti e il test che va fatto sulla «lealtà agli impegni assunti dalle parti». Tale controllo andrebbe esercitato dal GIF ( gruppo Internazionale di Facilitazione) che sarebbe composto da diversi stati ancora da stabilire oltre che da Onu e Ue.

L’attività di monitoraggio dunque sarebbe propedeutica a un dispiegamento di forze di pace e a una missione di osservatori. Il sostegno internazionale serve proprio a fare in modo che le due nazioni in guerra raggiungano degli accordi concreti, il Gif inoltre, come recita la bozza, promuoverebbe «il coordinamento multilaterale per gli aiuti e per il sostegno alla ricostruzione attraverso una Conferenza di donatori».

In realtà i segnali che arrivano da Mosca sono contraddittori, alla negatività di Medvedev corrisponde la posizione molto neutra del Cremlino: «Mosca sta valutando il piano di pace proposto dall’Italia per trovare un accordo sull’Ucraina», parole del vice ministro degli Esteri russo Andrei Rudenko alla Tass, il quale ha spiegato: «abbiamo ricevuto da poco, lo stiamo valutando». Solo in seguito a questa analisi arriverà una risposta ufficiale.

Sulla stessa linea il pensiero del governo ucraino. Zelensky che ha giudicato in maniera positiva il piano italiano, si è limitato a un «stiamo valutando assieme ai collaboratori, al pari di altre strade che portino la ripresa dei negoziati e al cessate il fuoco».

Insomma, al momento le bocce sembrerebbero ferme, anche se l'iniziativa del premier Mario Draghi dovrà ancora passare la rigidità di alcuni settori dell'Unione europea come quella dell’Alto rappresentante per gli affari esteri Josep Borrell il quale gia nei giorni scorsi aveva precisato «Abbiamo preso nota del piano di pace dell’Italia, ma dal punto di vista europeo questo deve passare dal l'immediata cessazione dell’aggressione e dal ritiro senza condizioni dell’esercito russo».