IANDREA COLLETTI

Quell’ “abbiamo trovato un punto di caduta” espresso dalla senatrice pentastellata Barbara Lezzi a testimonianza del fatto che la maggioranza è riuscita a serrare le fila in vista del voto di oggi sulla riforma del Mes non trova d’accordo Andrea Colletti, deputato del Movimento 5 stelle in polemica con i vertici anche su altre questioni, dagli Stati generali alla gestione del Recovery Plan.

Onorevole Colletti, la quadra trovata dai vertici del Movimento 5 stelle con alcuni dissidenti non soddisfa altri parlamentari, lei compreso. Perché?

Della quadra l’ho scoperto da una dichiarazione della senatrice Lezzi e non ne so nulla. Non so neanche cosa sia previsto in questa sintesi né chi siano stati i pontieri dell’accordo. Come sempre voterò sulla base sia di quello che dirà in Aula il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sia sulla base di cosa sarà scritto nella risoluzione di maggioranza.

Quanto è diffuso il malcontento nel Movimento?

Alla Camera ci sono certamente altri miei colleghi che la pensano come me. Sul malumore interno non è solo un problema di Mes ma di ogni provvedimento portato avanti dai vertici M5s al governo senza ascoltare il gruppo parlamentare. Oggi parliamo di Mes ma stasera parleremo di decreti sicurezza e domani di Recovery Plan, e lo faremo soltanto sulla base di quello che decide il Consiglio dei ministri.

Il riferimento è al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio?

Io faccio una valutazione meramente tecnica sui documenti e non su simpatie e antipatie: la politica dovrebbe andare oltre questo e oltre le correnti. Valuto gli atti e i fatti.

A cosa è dovuta la giravolta di alcuni suoi colleghi sulla riforma del Mes?

Il vero problema è che coloro che per il Movimento hanno portato avanti il tema a livello governativo e non parlamentare in un certo senso si sono ritrovati con un fatto compiuto per mano del ministro Gualtieri e di chi coopera con i vertici europei. Si sono fatti fregare e obiettivamente ora sono in difficoltà nel trovare la quadra. La nostra posizione era già chiara perché votata in due risoluzioni di governo di due maggioranze diverse e doveva essere portata avanti.

In sostanza, è d’accordo con chi

nell’opposizione, soprattutto Forza Italia, critica le continue giravolte del Movimento…

Raramente ascolto Forza Italia, che è la forza più ipocrita in questo momento visto che è favorevole al Mes ma vota contro la riforma.

Tra l’altro il Mes venne politicamente approvato dai governi Berlusconi.

Continuerà a lottare dall’interno o sta pensando a una fuoriuscita?

Sono abituato a lottare dall’interno per le cose in cui credo ed è quello che ho fatto negli ultimi anni e continuerò a farlo. Non posso prevedere il futuro e non so se il movimento 5 stelle prenderà provvedimenti nei confronti miei o di altri.

Cosa pensa della polemica Conte- Italia Viva sulla gestione del Recovery Plan?

In parte la critica renziana può essere anche giusta ma Italia Viva polemizza solo per entrare nella cabina di regia del Recovery. La vera questione è che la gestione del piano dovrebbe coinvolgere molto di più il Parlamento, che dovrebbe autorizzare il suo sviluppo e la sua messa in opera progetto per progetto. Così facendo, si coinvolge anche l’opposizione. Dobbiamo ricordarci che i soldi che dovrebbero arrivare non arriveranno tutti insieme nel 2021. Verranno scaglionati in diverse annualità con numerosi progetti che per essere realizzati hanno bisogno dell’attenzione del Parlamento.

Gli Stati generali del Movimento non hanno dato un esito preciso, ponendo le basi per decisioni future. Se lo aspettava?

Per come erano stati pensati e organizzati già prima dell’inizio li ritenevo abbastanza inutili e sapevo che non avrebbero portato a nulla di considerevole. All’esito si è dimostrato alla fine questo, ma non sono stato sorpreso. É il primo congresso senza mozioni scritte sulle quali discutere e votare. Da anni sono in disaccordo sulle modalità di governo dei vertici e questo mi ha portato a essere criticato sin dalla nascita del primo governo Conte.

Sono abituato e parlo da aderente al gruppo anche se sono stato sospeso dal partito per due mesi a causa delle mie posizioni definite “eccentriche” sul referendum per la riduzione dei parlamentari.

Il Movimento prevede un gruppo parlamentare compatto, tanto che i dissidenti vengono spesso sospesi, come accaduto a lei, o espulsi. Per quanto potrà andare avanti così?

Quando si parla di dover avere un gruppo compatto mi fa sempre molto timore perché presuppone che non debbano esserci posizioni diverse in un gruppo parlamentare.

In tutti i partiti e coalizioni ci sono posizioni diverse all’interno e io ritengo che in un gruppo politico e in un partito maturo la discussione sia necessaria.

Crede che a già di dieci anni dalla fondazione il Movimento sia ormai un partito maturo?

Di sicuro non è un partito maturo e lo dimostra la sua disorganizzazione. Spero che migliori nei prossimi mesi e nei prossimi anni perché ci sono dentro da tredici anni e mi dispiacerebbe molto esser allontanato da un gruppo che nel mio piccolo ho aiutato a fondare.