I giudici «devono far rispettare le leggi» e hanno il dovere di «essere imparziali», ma «a nessuno è concesso di non rispettare la Costituzione e le Carte europee. E i giudici devono rispettare e far rispettare anche quelle, a tutti, anche a chi fa le leggi ed è eletto dal popolo». Le parole pronunciate davanti agli studenti dal presidente del Consiglio di Stato Filippo Patroni Griffi, nel corso dell’evento “Libertà.  Solidarietà. Giustizia” di ieri a Palazzo Spada, sono un monito a una politica che cerca scorciatoie.

Quelle del presidente del Consiglio di Stato sembrano riecheggiare l’appello del Presidente della Repubblica, che ha invocato la piena attuazione dei principi fondamentali della Costituzione. Parole alle quali hanno fatto eco quelle di Papa Francesco, che tramite una lettera si è rivolto agli studenti invitandoli a sentirsi spinti «a percorrere strade di accoglienza e di legalità per la giustizia anche dai principi fondamentali della Costituzione italiana, che hanno ispirato stili di vita condivisi e apprezzati da tanti».

«Senza le regole non vi è convivenza», ha esordito Patroni Griffi, che ha invitato i giovani a utilizzare come faro la Costituzione che, in 71 anni, è riuscita a preservare libertà, solidarietà e giustizia. Tre cose «ben distinte», ha chiarito, ma con un comune denominatore: la parola democrazia. In uno Stato moderno, ha aggiunto, «non basta garantire le libertà individuali e collettive», ma bisogna saper garantire «i diritti e le pari opportunità di tutti: istruzione, salute, lavoro».

Compito dello Stato è dunque «rimuovere le disuguaglianze, non di stare a guardare», ma anche rispondere ai doveri di solidarietà ai quali la Costituzione richiama. Solidarietà significa «sentirsi parte» di una comunità «che sa aprirsi all’altro» e che «sappia gettare ponti e non costruire muri».

E nel sistema della legalità, «la giustizia è la conformità alla legge», fatta in Parlamento, dove chi siede deve sentirsi investito «non di un grande potere, ma di una grande responsabilità».

Al di sopra delle leggi, ha aggiunto l’ex ministro ci sono «le Costituzioni», i principi fissati nelle convenzioni internazionali Onu e Cedu, e la Carta europea dei diritti fondamentali dell’uomo.

«Carte che pongono i valori fondanti di una comunità» e che anche le leggi devono onorare. Tocca ai giudici far rispettare quelle leggi, agendo in base a quelle e non in base alle proprie inclinazioni. Ma a nessuno «è concesso di non rispettare la Costituzione e le Carte europee».

I giudici - ed è qui la stoccata alla politica - devono rispettare e far rispettare anche quelle, «anche a chi fa le leggi ed è eletto dal popolo». Il presidente del Consiglio di Stato ha poi ricordato la nascita della Costituzione, citando più volte Piero Calamandrei, ricordando gli anni bui della seconda guerra mondiale, della Shoah, della bomba atomica.

«Per evitare gli errori e gli orrori del nostro recente passato è stata scritta la Costituzione. Non dimentichiamocelo mai», ha detto agli studenti. Da quella stessa matrice nasce l’idea di Europa. Oggi - ha aggiunto - «voi viaggiate liberamente nello spazio europeo, studiate fuori grazie a Erasmus, telefonate in Europa pagando quanto pagate in Italia, lavorerete domani in Italia o in Europa indifferentemente. Tutto questo avviene nello stesso spazio dove poco più di settant'anni fa si contavano i circa 55 milioni di morti della seconda guerra mondiale».

E Bergoglio, nella sua lettera, ha incoraggiato i giovani «a rendere più belle e vivibili le nostre città», vincendo «l'indifferenza che distrugge le relazioni» attraverso la «vostra capacità di vicinanza, soprattutto a quanti vivono nel bisogno. Il disprezzo e il cinismo, anche verbale, che umilia chi è già provato duramente dalla vita trovi argine nella vostra generosità e nella vostra capacità di tenerezza - ha aggiunto - I rifiutati, soprattutto tra i giovani come voi, trovino nel vostro cuore libero e aperto un porto accogliente».