Nello scorso fine settimana il ministero della Giustizia ha comunicato l’adeguamento dei limiti di reddito per l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato. Una misura resa necessaria dall’incremento dell’inflazione verificatosi tra il 2020 e il 2022. L’intervento è contenuto in un decreto interdirigenziale del Capo dipartimento degli Affari di Giustizia del 10 maggio scorso. Cosa cambia nello specifico? Per accedere al patrocinio a spese dello Stato il nuovo limite di reddito è stato portato a 12.838,01 euro, giustificato dall’aumento del costo della vita rilevato dall’Istat nel biennio 1 luglio 2020- 30 giugno 2022 pari al 9,4%.

«Si è reso necessario – si legge in una nota del ministero della Giustizia, pubblicata domenica scorsa - un nuovo intervento a breve distanza dal precedente decreto del 3 febbraio 2023, in quanto quest’ultimo faceva riferimento alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per il periodo dal 1° luglio 2018 al 30 giugno 2020. Il nuovo limite di reddito per l’ammissione al gratuito patrocinio diventerà operativo con la pubblicazione del decreto nella Gazzetta Ufficiale».

Immediata la reazione dell’avvocatura. L’aggiornamento sui parametri del gratuito patrocinio è considerato dal presidente del Cnf, Francesco Greco, «il frutto di un costante e produttivo dialogo con il ministero della Giustizia. Il Consiglio nazionale forense – evidenzia Greco - prende atto e apprezza il tenore del comunicato pubblicato dal ministero della Giustizia, di intervenire con decreto interdirigenziale del 10 maggio 2023, pubblicato dal Capo dipartimento degli Affari di Giustizia di concerto con il Ragioniere generale dello Stato, ai sensi dell’articolo 77 del d. P. R. 30 maggio 2002, n. 115, per adeguare il limite di reddito per l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato a 12.838,01 euro, così tenendo conto del maggior costo della vita rilevato dall’Istat».

Il provvedimento, secondo il presidente del Cnf, va nella giusta direzione e ha tenuto conto delle indicazioni espresse da via Del Governo Vecchio. «Il precedente provvedimento – aggiunge Greco -, adottato il con il D. M. pubblicato in Gazzetta il 21 aprile 2023, comportava una forte penalizzazione per i cittadini meno abbienti, i quali vedevano ridotta la possibilità di accedere alla giustizia in un momento di grande difficoltà economica per i contingenti problemi economici che il Paese intero sta attraversando. Il Cnf, con una delibera votata dal plenum degli avvocati il 5 maggio scorso, aveva sollecitato il ministro della Giustizia ad intervenire immediatamente, per rivedere i limiti economici per l’accesso al gratuito patrocinio, tenendo conto del tasso di inflazione, pari al 9,4 per cento». La soddisfazione dell’avvocatura istituzionale deriva pure dalla costruttiva interlocuzione posta in essere. «La revisione dei parametri economici per l’accesso al patrocinio a spese dello Stato - conclude il presidente del Cnf -, frutto di un costante e produttivo dialogo con il ministero della Giustizia, rappresenta un principio fondamentale di equità e di giustizia sociale, che restituisce a tutti i cittadini, senza discriminazione economica, il diritto alla tutela dei diritti».

L’adeguamento dei nuovi limiti di reddito, effettuato dal ministero della Giustizia, deriva altresì da un lungo lavoro in Parlamento. Protagonista Devis Dori, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra in Commissione Giustizia della Camera. «Dopo il mio question time in Commissione a marzo – dice Dori -, che smosse le acque, apprendiamo con viva soddisfazione che il ministero Giustizia di fatto ammette l'errore nel calcolo dei limiti di reddito per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato e annuncia l'adeguamento al biennio 2020- 2022, anziché al biennio precedente, come invece mi aveva risposto il ministero. Una vittoria sia del nostro gruppo parlamentare sia di tutta l'avvocatura, che ha supportato la mia battaglia, in particolare Movimento Forense. Avevo da subito iniziato a sollecitare il governo, affinché rivedesse la sua posizione e l'accoglimento dimostra la bontà del nostro lavoro. In questo modo saranno inclusi un milione di cittadini in più nel regime del gratuito patrocinio, in un momento di grave difficoltà economica soprattutto per le fasce più deboli».

Positivo il commento dell’Organismo congressuale forense. «In una situazione di grave crisi economica, come quella che stiamo vivendo – afferma il coordinatore dell’Ocf, Mario Scialla -, è certamente apprezzabile che un istituto fondamentale, come il patrocinio in favore dei non abbienti, che costituisce una eccellenza del nostro ordinamento giuridico, non sia stato ridotto nella sua portata, ma aggiornato e reso più efficace nella sua applicazione. L’alternativa sarebbe stata quella di precludere, ad oltre un milione di cittadini, l’accesso alla giustizia, in mancanza di idonea capacità economica. È importante, quindi, che le iniziative immediatamente adottate dall’Organismo congressuale forense, in un suo documento approvato nelle precedenti assemblee e ribadito in una recente nota congiunta con il Cnf, abbiano colto nel segno, trovando corrispondenza e comprensione nella politica».

Sulla vicenda intervengono infine i presidenti facenti funzioni di Movimento forense, Alberto Vigani ed Elisa Demma: «Mf è stato il primo a credere in questa battaglia, che è stata, prima di tutto, una battaglia di giustizia sociale, portata avanti con tenacia e forza da un'associazione forense e condivisa dalle istituzioni, a dimostrazione che l'unione fa la forza e che l'avvocatura, se unita, è baluardo della tutela dei diritti».