Al Senato si torna a parlare di Csm. La Commissione Giustizia di Palazzo Madama, presieduta da Giulia Bongiorno (Lega), ha deciso di mettere in calendario l'esame del ddl che ha come primo firmatario Pierantonio Zanettin (Forza Italia) e che punta a modificare la procedura per eleggere i componenti togati dell'organo di governo autonomo dei magistrati. La riforma Cartabia ha riproposto, sostiene Zanettin, il solito sistema maggioritario, che concentra il potere in mano ai partiti/ gruppi aventi più voti.

«Prova di quanto detto – si legge nella relazione - sono gli esiti delle recenti elezioni, “spartite” fra le due più grandi correnti della magistratura, ovvero Magistratura Indipendente e Area DG, con spazio quasi nullo per le candidature indipendenti». Invece questa iniziativa «si propone di spezzare il legame fra magistrato e correnti tramite l'introduzione, nel procedimento elettorale della componente togata del Csm, di un sistema che consenta la possibilità di candidarsi anche a quei magistrati non supportati dalla corrente maggiormente influente di turno: il sorteggio temperato».

Recentemente il Governo aveva deciso di prendere tempo per l’emanazione dei decreti legislativi sulla riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario promossa dall’ex ministra Marta Cartabia: infatti con l’ok a un emendamento dell’Esecutivo al dl Pnrr, il termine per l’emanazione dei dlgs è slittato dal 21 giugno al 31 dicembre. Secondo quanto appreso, l'inserimento all'odg del provvedimento sarebbe stato condiviso da tutti. Ma a dare la spinta è stato proprio il forzista Zanettin dopo aver sentito il ministro della Giustizia Carlo Nordio qualche giorno fa annunciare pubblicamente riforme riguardanti, tra l’altro, il Csm nella seconda parte del cronoprogramma. Dunque una preparazione del terreno, anche per testare le varie anime politiche sull’argomento, il cui esame del testo dovrebbe iniziare la prossima settimana.

Il provvedimento è composto da cinque articoli e punta a modificare la legge n. 195 del 1958, in materia di “elezione dei componenti del Consiglio superiore della magistratura da parte dei magistrati”. «L'esigenza, divenuta ormai indifferibile, che la modifica aspira a soddisfare, è quella di ridimensionare le distorsioni legate al peso preponderante assunto dalle diverse correnti non solo nel momento per così dire “genetico”, cioè in sede di individuazione dei candidati destinati a concorrere per l'elezione, ma anche successivamente, nel quotidiano esercizio da parte dell'organo delle proprie attribuzioni costituzionali», si legge sempre nella relazione di accompagnamento al ddl.

In pratica, tale istituto, «nel rispetto del dettato costituzionale che vuole che i membri togati del Csm siano “eletti” da tutti i magistrati (articolo 104 della Costituzione), incide sulla fase iniziale del procedimento elettorale, prevedendo che i candidati al Consiglio siano individuati per sorteggio, per poi essere effettivamente eletti da tutti i magistrati».