Putin ci ripensa e chiede i soldi in valuta russa. Francia e Germania dicono no e il Cremlino propone l’apertura di un conto “estero”

La guerra va avanti anche sul piano economico: ieri Putin ha firmato un decreto che “chiede” ai paesi «ostili» di pagare il gas russo in rubli e non più in valuta straniera. Un'eventualità respinta dalle nazioni occidentali che nonostante la guerra sono costrette a continuare ad acquistare gli idrocarburi forniti da Gazprom. In realtà, al di là delle minacce, il meccanismo consentirà ancora ai paesi compratori di pagare in moneta straniera solo che, almeno secondo lo schema illustrato, una banca russa aprirà due conti, uno nella divisa estera e uno in rubli.

PRIMI CORRIDOI UMANITARI IN UNA MARIUPOL ALLO STREMO

La guerra va avanti anche sul piano economico,: ieri Putin ha firmato un decreto che impone ai paesi ' ostili' di pagare il gas russo in rubli e non più in valuta straniera. Un'eventualità respinta dalle nazioni occidentali che nonostante la guerra sono costrette a continuare ad acquistare gli idrocarburi forniti da Gazprom.

Per Putin è un passo verso la sovranità finanziaria della Russia messa in pericolo dalle sanzioni. In realtà, al di là delle minacce, il meccanismo consentirà ancora ai paesi compratori di pagare in moneta straniera solo che, almeno secondo lo schema illustrato, una banca russa designata aprirà due conti, uno nella divisa estera e uno in rubli; i compratori poi dovranno autorizzare la banca a vendere quella valuta per la moneta russa. Il tutto finirà sul secondo deposito. Speranze invece per Mariupol, la città portuale teatro di una distruzione senza fine che ieri invece è stata al centro di un cessate al fuoco proposto dai russi per permettere l'evacuazione di una popolazione stremata.

I 170mila abitanti bloccati dai combattimenti forse ora hanno una via di fuga. Secondo la vice premier ucraina con delega alla Reintegrazione dei Territori Occupati, Iryna Vereshchuk, il cessate il fuoco riguarda i corridoi umanitari, il segmento che va da Berdyansk a Zaporizhzhia. Difficile capire cosa significa e quali sono le condizioni dei profughi. Sembra però certo che un convoglio di autobus sia in viaggio verso la città assediata e il Comitato Internazionale della Croce Rossa afferma di essere pronto a guidare l'operazione se tutte le parti concorderanno. spiega Ewan Watson, un portavoce del CICR, Allo stesso tempo il ritiro promesso dai russi intorno Kiev e Chernihiv non è evidente come si potrebbe pensare. Da fontesi è appreso che un convoglio di volontari sarebbe stato bombardato nei pressi della città . Una fortissima esplosione è stata udita invece nella notte nel centro della capitale, e sono stati gli stessi russi a comunicare che in altre zone del paese la guerra è tutt'altro che diminuita, come a Izyum dove sono stati colpiti diversi obiettivi militari ucraini tra cui un sistema missilistico anti- aereo e centri di comando. L'impressione è che le truppe di Mosca stiano raggruppando le forze per sferrare un attacco definitivo nel Donbass. Forse la conquista completata farebbe sedere i russi al tavolo di una trattativa con fatti ormai compiuti. Negoziato che dovrebbe continuare oggi ma da remoto dopo la gelata che ha spento gli entusiasmi di martedì. Come sempre la fonte da cui trapelano notizie è quella turca, il presidente Erdogan vorrebbe colloqui diretti tra Putin e Zelensky. Fino ad ora il leader russo ha sempre negato questa possibilità ritenendola prematura. I turchi comunque non demordono: il ministro degli Esteri Cavusoglu si è spinto a dire che la delegazione russa potrebbe venire con il presidente Putin, dopo che gli ucraini hanno messo per iscritto la propria proposta entro due settimane.