Le stragi, che la barbara ferocia terrorista dissemina nel mondo, ci lasciano sempre senza parole ed appare incommentabile lo strazio che proviamo davanti al sangue di tante vittime innocenti. E tuttavia, è proprio di fronte al cieco fanatismo o alla follia stessa che sembrano muovere simili azioni, che occorre riaffermare un principio di ragione, recuperare il senso delle cose e leggere, al di là del giustificato smarrimento, quello che la storia ci insegna. È proprio questo - sedimentata l'inevitabile emozione per la strage di avvocati avvenuta in Pakistan qualche giorno fa - il significato che occorre recuperare, ricordando che ovunque, nel mondo, gli avvocati lottano per i diritti e per le libertà di tutti, spesso mettendo a repentaglio le loro stesse vite.Dalle primavere arabe, nelle quali le avvocate e gli avvocati sono stati in prima linea per la riaffermazione dei diritti democratici, alle lotte per le libertà civili e per le garanzie processuali in Turchia, dove molti difensori sono stati arrestati e processati solo per aver esercitato il loro legittimo e doveroso mandato difensivo, fino alla strenua difesa dello stato laico da parte degli avvocati pakistani, vittime della cieca violenza terroristica. Gli avvocati, in tutto il mondo, nei regimi autoritari e nelle democrazie, si battono per le libertà di tutti ovunque le garanzie ed i diritti della persona vengano violati o minacciati. Occorre ricordarlo sempre. Perché ogni attacco all'Avvocatura è un attacco ai fondamenti stessi delle libertà democratiche di ogni cittadino. Ed occorre che ogni avvocato lo ricordi, che porti con orgoglio questa consapevolezza, e la testimoni quotidianamente nella propria professione.