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«La notizia dell'uccisione di Amarena ha girato il mondo intero e il ritorno emotivo è stato un atto molto importante. È chiaro che ad un atto criminale non si risponde con la barbarie. Quindi le minacce di morte che stanno costringendo, da giorni, le forze dell'ordine a presidiare h24 la casa di quest'uomo sono chiaramente da respingere e io invito tutti ad avere senso della misura e a stare ognuno al proprio posto». Il monito arriva dal presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, parlando Agorà, su Rai 3, dell'uccisione dell'orsa Amarena a San Benedetto dei Marsi (L'Aquila), ammazzata con una fucilata la notte tra il 31 agosto e il primo settembre. Il commerciante e cacciatore ora sta subendo minacce e intimidazioni tali da rendere necessario predisporre servizi di vigilanza armata fuori la sua abitazione.
«I carabinieri forestali - ha proseguito Marsilio - sono intervenuti subito, la magistratura ha aperto un fascicolo, si stanno conducendo le indagini, insomma giustizieri fai da te che minacciano di andare a scovare quest'uomo, addirittura minacce nei confronti della famiglia, della moglie, della madre e delle figlie. Insomma cerchiamo di non travalicare il senso della civiltà. Quest'uomo ha compiuto un atto incivile, io sono pressoché certo delle informazioni conosciamo, che possiedo e che c'è stata da parte sua un atto scellerato, inconsulto e ingiustificato e pagherà dinanzi alla giustizia».
«Sono tre giorni che non dormo e non mangio, non vivo più, ricevo in continuazione telefonate di morte, messaggi; hanno perfino chiamato mia madre 85enne, tutta la mia famiglia è sotto una gogna», ha dichiara all'Ansa l’uomo, sotto indagine per quanto accaduto. Accanto alla sua abitazione è spuntato anche un murales in cui viene raffigurato il teschio di un uomo e parte del busto che imbraccia un fucile da caccia.
Il 56enne è diventato fin da subito un bersaglio sui social: alcuni non si sono fatti alcuno scrupolo nel pubblicare la sua foto e il suo indirizzo di casa. L'uomo accompagnato dal suo avvocato, Berardino Terra del Foro di Avezzano, ha denunciato presso la stazione carabinieri le minacce di morte ricevute nelle ore successive all'episodio. Il suo difensore, fortemente preoccupato, sottolinea che è distrutto per quanto accaduto, «non voleva uccidere il colpo è partito istintivamente. Ora teme per la sua vita e per la sua famiglia. In queste ore sono arrivate telefonate minatorie».
I fatti. L’uomo che ha sparato: “Ho avuto paura”
L'uomo, nella notte tra giovedì e venerdì, ha sentito un rumore, è uscito di casa imbracciando un fucile e ha sparato. Quando i carabinieri sono arrivati, per l'orsa marsicana che era uscita dal Parco Nazionale d'Abruzzo arrivando fino a San Benedetto dei Marsi, non c'era niente da fare: era già morta. "Era nella mia proprietà", avrebbe detto il 56enne ai guardiaparco che l'hanno fermato, ammettendo di aver sparato con il proprio fucile senza l'intenzione di uccidere l'orsa. L'arma era legalmente detenuta e l'uomo avrebbe sparato un solo colpo. Il bossolo è stato sequestrato dai militari dell'Arma, ma nell'abitazione sono state trovate diverse altre armi, tutte sequestrate.
Orsa Amarena, la ricerca dei cuccioli
Nel frattempo prosegue la ricerca dei cuccioli dell’orsa, che girano ancora liberi tra i boschi dell'Appennino. Un loro nuovo avvistamento è stato segnalato a Venere, frazione di Gioia dei Marsi, nell'Aquilano. I piccoli sono stati individuati nella notte, nella radura che avvolge la Marsica, nei pressi di un sentiero. Sono stati dei passanti a scorgerli da lontano, ma quando hanno provato ad avvicinarsi, i due cuccioli - che dovrebbero avere circa 7 mesi - sono nuovamente scappati, forse spaventati dai rumori e la luce delle torce elettriche. Difficile sapere in che condizioni siano, ma il fatto di averli avvistati e che siano in giro fa ben sperare sulla loro salute.