Vietare la divulgazione letterale dell’ordinanza di custodia cautelare fino alla chiusura delle indagini preliminari. A chiederlo, con un emendamento alla legge di delegazione europea, che si voterà mercoledì, è Enrico Costa, deputato di Azione. Che ha già ricevuto il niet di Carlo Nordio, ministro della Giustizia, lo stesso che a gennaio, nel corso di un Question time, aveva puntato il dito proprio contro la pubblicazione arbitraria di contenuti non rilevanti, che si è verificata anche dopo la riforma Orlando.


L’emendamento di Costa, appoggiato in aula da Forza Italia, è stato annunciato nello stesso giorno della scadenza dei due anni che il governo aveva a disposizione per i decreti sulla direttiva sulla presunzione d’innocenza. Senza i quali gli effetti concreti del recepimento di tale direttiva sono stati minimi.


L’emendamento risponde proprio «al fine di garantire l’integrale e compiuto adeguamento della direttiva 2016/ 343 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 marzo 2016 sul rafforzamento di alcuni aspetti della presunzione di innocenza e del diritto di presenziare al processo nei procedimenti penali, anche al fine di integrare quanto disposto dal decreto legislativo 8 novembre 2021, numero 188 nonché di assicurare l'effettivo rispetto dell'articolo 27 comma secondo della Costituzione», delegando il governo «ad adottare uno o più decreti legislativi entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, con le procedure di cui all’articolo 31 della legge 24 dicembre 2012, n. 234, acquisito il parere delle competenti commissioni parlamentari». Ad aderire alla proposta, per Forza Italia, è stato Tommaso Calderone, capogruppo in Commissione Giustizia. «Un principio di massima civiltà giuridica», ha affermato, per uno Stato che pretende di essere «uno Stato di diritto. Avviene che, al momento dell'esecuzione di un’ordinanza custodiale, colui che viene raggiunto da un provvedimento restrittivo, con un artifizio che mi permetterò, sia pure per le vie brevi, di rappresentare a codesto Parlamento, viene ad essere “sbattuto” in prima pagina - ha aggiunto -, perché l’ordinanza custodiale contiene, con un artifizio ipocrita - mi sia consentito -, tutte le notizie utili, che non dovrebbero essere contenute nei giornali del giorno dopo. Mi spiego: se un’ordinanza restrittiva contiene tutte le intercettazioni, le sommarie informazioni testimoniali e l’intero compendio probatorio, questo significa che, venendo meno la segretezza perché lo impone e lo prevede l’articolo 114 del codice di procedura penale, con questo artifizio noi mettiamo nella condizione, chi si trova a patire una misura coercitiva, di essere “sbattuto” in prima pagina, con tutte le intercettazioni, con tutte le conversazioni, con tutte le sommarie informazioni e con tutte le dichiarazioni, sebbene - ed è qui il ipocrita - l’articolo 114 del codice di procedura penale vieti - si badi che è un espresso divieto - di pubblicare gli atti di indagine fino all’udienza preliminare. Ecco perché Forza Italia è fermamente convinta che questo sia un emendamento brillante, un emendamento che va osservato con grandissima attenzione, onorevole Costa, ed è quello che faremo». Parte della maggioranza, dunque, sta con Costa. Che al Dubbio dichiara la sua “nostalgia” per il Nordio della prima ora, quello delle relazioni in Parlamento. «Io stimo il ministro - spiega il deputato di Azione - e ho applaudito alle sue dichiarazioni in aula, che ho definito musica per le nostre orecchie.


Però devo dire anche che ci sono delle cose che mi stupiscono nelle posizioni del governo, come il parere contrario dato al mio emendamento. Non so se nelle more del dibattito di ieri possa cambiare - aggiunge -, ma il punto è che Nordio si era detto d’accordo, sia nell’incontro che abbiamo fatto a settembre, al quale ha partecipato anche Carlo Calenda, sia in Parlamento». Il tentativo di Costa è quello di mettere una pezza alle falle della direttiva sulla presunzione di innocenza, mai effettivamente entrata in vigore. «Continuano a dare i nomi alle inchieste - sottolinea il deputato -, inoltre il ministero si era impegnato a fare un monitoraggio sull’attuazione della direttiva, ma non se n’è saputo mai nulla. Il punto essenziale, oggi, è quello della pubblicazione dell’ordinanza di custodia cautelare. Il pm può mantenere la sua comunicazione nei confini di un comunicato stampa, perché se si buttano chili di intercettazioni nelle ordinanze cautelari e il gip fa copia e incolla, con intercettazioni che magari riguardano terze persone, selezionate dal pm, quello è un pugno in faccia alla persona indagata, che poi magari verrà assolta, ma che sarà per sempre perseguitata da quegli atti».


L’emendamento è costruito in modo che il Parlamento si possa esprimere liberamente, senza vincoli di casacca. Ovvero con il voto segreto, «perché le casacche di partito ti imbrigliano in posizioni populiste e giustizialiste, mentre così dici quello che pensi». Un tema, quello del voto segreto, che Costa vuole proporre nella sua controriforma della Giustizia, che prevede anche la maggioranza qualificata, «quantomeno per introdurre reati e alzare le pene».