ESCALATION MILITARE

Il presidente: «Siamo pronti a ogni scenario»

«Non stiamo attaccando la Russia ma aiutando l’Ucraina a difendersi» : così Joe Biden parlando alla Casa Bianca. «Cedere all’aggressione avrebbe un prezzo più alto che aiutare l’Ucraina. Non è economico sostenere Kiev, ma gli Stati Uniti possono farcela», ha sottolineato, chiarendo come «finché continueranno gli assalti e le atrocità, continueremo ad aiutare il Paese a difendersi dai russi».

ALESSANDRO FIORONI Biden promette: «Armi a Kiev fino al ritiro della Russia!»

Trecento miliardi di aiuti all’esercito ucraino Svezia e Finlandia verso l’adesione alla Nato

Nato e Russia continuano a pungersi e le dichiarazioni giunte da entrambi i fronti fanno pensare ad un escalation anche nei prossimi giorni. Il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg ha infatti dichiarato che il sostegno occidentale all’Ucraina durerà anche per anni. «La Nato è pronta a sostenere l'Ucraina per anni nella guerra contro la Russia anche aiutando Kiev a passare dalle vecchie armi dell'era sovietica alle moderne attrezzature militari occidentali». Insomma, armi fino alla fine della guerra, come ha ribadito ieri anche il presidente Usa Joe Biden che si dice «pronto ad affrontare qualsiasi scenario», e che ieri ha promesso 33 miliardi di aiuti. A infiammare lo scontro anche l’intenzione occidentale di allargare lo schieramento Nato con l’ingresso di altri paesi. E' il caso di Svezia e Finlandia per i quali, lo stesso Stoltenberg in conferenza stampa con la presidente dell'eurocamera Roberta Metsola, hanno ribadito di aver «lavorato con questi Paesi per anni, sappiamo che loro forze hanno gli standard della Nato, abbiamo condotto insieme in molte missioni e mi aspetto che il processo ( di ingresso ndr.) sia veloce dopo che le formalità saranno espletate».

Che il conflitto stia marciando verso il punto di contatto tra la Russia e gli alleati occidentali lo dimostra anche la decisione del Bundestag tedesco di approvare la consegna delle armi pesanti all'Ucraina dopo le esitazioni del cancelliere Scholtz. La mozione è passata a larga maggioranza con 586 voti favorevoli, 100 contrari. Inoltre da Oltremanica arrivano segnali preoccupanti, ieri infatti Ben Wallace, ministro della Difesa di Boris Johnson, ha rivelato che la Gran Bretagna è in procinto di fornire a Kiev specifiche batterie anti nave oltre ai missili che già costituiscono l'arsenale delle armi terra- terra.

Intanto continua il calvario sanguinoso di Mariupol, fonti degli assediati hanno comunicato che è stato bombardato l'ospedale da campo militare che si trova nell'acciaieria Azovstal, ci sarebbero morti e feriti. ' La sala operatoria è distrutta. Continuano a bombardare - scrivono ancora i soldati - ma la Convenzione di Ginevra garantisce la protezione delle istituzioni mediche ospedaliere e ai feriti dovrebbe essere fornita l'assistenza necessaria senza discriminazioni di alcun tipo'.

E sulla città incombe ormai il pericolo di epidemie, si parla anche di colera, il segno che senza un'evacuazione rapida la situazione sarebbe senza ritorno. In questo senso il segretario generale dell'Onu, Guterres, che si trova a Kiev ha annunciato che le Nazioni Unite stanno lavorando ad un piano per far uscire i civili rimasti che sarebbero ancora circa 100mila. La guerra continua anche sul fronte del gas, dopo la decisione russa di tagliare le forniture a Polonia e Bulgaria, sembra che alcune società energetiche europee avrebbero intenzione di utilizzare una scappatoia per soddisfare le richieste russe di acquistare in rubli. Dalla Ue però si afferma che l'apertura di un conto bancario in rubli presso la Gazprombank russa potrebbe essere in violazione delle sanzioni.

Per il momento ciò non è ancora avvenuto ma lo scontro a Bruxelles è in corso come testimonia la protesta polacca che chiede di penalizzare i paesi che eventualmente pagassero nella divisa russa. Sull'argomento è intervenuto anche Biden che ha accusato la Russia di usare il gas come ricatto per cui gli Usa ' aiuteranno gli alleati sul gas e il petrolio e non si lasceranno intimidire dalle minacce di Mosca'. Un intervento che potrebbe diventare necessario se le previsioni della Rete Europea dei Gestori dei Sistemi di Trasporto si verificheranno. Per Entsog: ' In uno scenario di interruzione dell'approvvigionamento di gas russo a partire dal 1° aprile, la maggior parte dei paesi europei non raggiungerebbe l'obiettivo del livello di stoccaggio dell' 80% o del 90% il 1° ottobre'.