La procura generale presso la Corte di Cassazione ha richiesto un nuovo processo d’Appello per Gabriele Natale Hjorth, imputato per concorso nell’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso a coltellate a Roma nel luglio 2019.

La richiesta è stata avanzata nella requisitoria scritta del procuratore generale della Suprema Corte, Gabriele Mazzotta, in vista dell’udienza fissata per il 12 marzo. Il magistrato ha chiesto l’accoglimento dei ricorsi presentati dalla Procura Generale della Corte d’Appello di Roma e dalle parti civili, che contestano alcuni passaggi della sentenza di Appello bis.

In particolare, la procura generale della Cassazione ritiene necessario riesaminare la credibilità del carabiniere sopravvissuto, Andrea Varriale, la cui versione dei fatti è stata parzialmente messa in dubbio nel precedente giudizio d’Appello.

Il nodo della ricostruzione dei fatti

Il punto cruciale dei ricorsi riguarda l’attendibilità di Andrea Varriale, che la sera del 26 luglio 2019 era in servizio con Cerciello Rega. Varriale ha sempre sostenuto che lui e il collega si fossero qualificati mostrando il tesserino, circostanza che tuttavia non è stata ritenuta provata dall’ultima sentenza d’Appello.

Su questa discrepanza si fonda l’impugnazione della Procura Generale e delle parti civili, che contestano anche l’esclusione del dolo pieno per Natale Hjorth e la mancata applicazione dell’aggravante di reato contro un pubblico ufficiale.

Parallelamente, la difesa di Natale Hjorth, condannato a 11 anni e 4 mesi di reclusione, ha impugnato la sentenza chiedendo l’assoluzione totale dal concorso in omicidio. Attualmente, il giovane si trova ai domiciliari a casa della nonna a Fregene, con il braccialetto elettronico.

La posizione di Elder Finnegan Lee

Per l’altro imputato, Elder Finnegan Lee, la situazione è già definitiva. L’americano, autore materiale dell’accoltellamento, è stato condannato in via definitiva a 15 anni di reclusione.