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L’abuso d’ufficio rimarrà o sarà cancellato dal governo? “La querelle di questi giorni è nota: c'è chi
sostiene che possa e debba essere del tutto abolito e c'è chi parla invece di modifiche. Posso dire con certezza che qualsiasi cosa accada, la burocrazia difensiva e la paura della firma è destinata a scomparire”, ha spiegato un paio di giorni fa all’Adnkronos il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, esponente di Forza Italia. Per il quale molto dipenderà anche dalle proposte sul tavolo: la discussione è ancora aperta.
Di dialogo e confronto parla oggi anche il guardasigilli Carlo Nordio, che ieri in occasione della sua relazione in Senato aveva confermato la “imminente e profonda revisione di quei reati che intimoriscono gli amministratori senza tutelare cittadini, rallentando o impedendo la collaborazione tra gli uni e gli altri, con effetti perniciosi sulla certezza dei rapporti giuridici e, più in generale, sullo sviluppo del Paese”. “E’ noto che sarei tendenzialmente per l'abrogazione di questo reato tout court. E’ altrettanto noto che sono disponibilissimo ad una revisione, perché la politica è l'arte del possibile e talvolta del compromesso”, ribadisce oggi il ministro. Che intervenendo in replica alla Camera si rivolge ai banchi dell’opposizione. “Vi posso assicurare, sul mio onore, che da me c’è stata una vera e propria processione di sindaci dei vostri partiti che sono venuti a chiedermi implorando di eliminare questo reato. A questo punto, chi è dottor Jekill e mister Hyde?”, si chiede Nordio.
“Alla sollecitazione del ministro Nordio, rispondiamo invitandolo a valutare le nostre proposte, depositate già dalla precedente legislatura, per rivedere l'abuso d'ufficio e l'omissione impropria rispetto ai Sindaci, con l'obiettivo di delimitare e rendere più ragionevole l'ambito dell'imputabilità di questi reati. Conosciamo bene le esigenze e le richieste dei Sindaci, cui dobbiamo dare dignità e serenità nel lavoro quotidiano, anche per non perdere l'occasione storica del Pnrr, alla cui realizzazione partecipano in modo decisivo. Se intende avviare un lavoro serio su questo tema, noi ci siamo”, replica il vice capogruppo del Pd alla Camera Piero De Luca. Mentre il presidente dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, candidato alle primarie per la segreteria nazionale del Pd, dice: “Hanno ragione i sindaci a voler rivedere quel tipo di reato contestato. Non dico che vada abolito, ma rivisto certamente”. “Discutiamone, credo che qualche revisione vada prodotta per quello che ha portato a tanti sindaci, contestazioni che li hanno tenuti sulle pagine dei giornali per anni per anni, come è successo a me, per poi portate a un nulla di fatto”, aggiunge Bonaccini.
Certi della necessità di abolire l’abuso d’ufficio sono invece i penalisti, per i quali la “soluzione migliore” è la “integrale abrogazione” del reato. “Si tratta di una norma con un contenuto pericolosamente indeterminato - spiega Gian Domenico Caiazza, presidente dell'Unione delle Camere Penali - laddove tutti gli altri reati contro la pubblica amministrazione riguardano condotte di abuso: dalla corruzione, alla conclusione, al peculato”. “La condotta di abuso è già punita in tutti i reati legati alla pubblica amministrazione nelle specifiche declinazioni - dice ancora Caiazza - Per questo non c'è alcun bisogno di una norma che crea problemi perché punisce semplicemente l'abuso senza chiarire in che cosa, con certezza, consista”.