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Carlo Nordio, ministro della Giustizia
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio inizia davvero a fare il politico? Dopo mesi durante i quali è stato spesso contestato perché da alcuni è stato ritenuto non solo incapace di tradurre le idee di saggista liberale in vere strategie politiche, ma anche di non sapersi imporre con le forze di maggioranza che lo hanno fatto prima eleggere e poi nominare con forza Guardasigilli, ora l’ex magistrato veneziano sembra voler essere entrato nel campo dei giochi politici. Come? Guardiamo a due fatti. Il primo: come raccontato su Repubblica la scorsa settimana da Liana Milella, il Guardasigilli ha incontrato a Via Arenula, su loro richiesta, gli esponenti di Azione Carlo Calenda e Enrico Costa, dove sarebbe stato siglato un patto per cui l’ex magistrato avrebbe il loro pieno appoggio sul suo primo disegno di legge, che comprende, tra l'altro, l’abolizione dell’abuso di ufficio, riforma del rapporto stampa/ intercettazioni, collegio di giudici per misure cautelari. Dall’altra parte il responsabile giustizia di Azione ha chiesto l’approvazione, entro la fine dell’anno, dei decreti integrativi sulla presunzione di innocenza, il divieto di pubblicazione dell’ordinanza di custodia cautelare, il ritorno alla prescrizione di Orlando, un reale e severo fascicolo di valutazione del magistrato. Il secondo fatto: il Guardasigilli sarà ospite della prima giornata della festa nazionale di Italia Viva che si terrà dal 14 al 17 settembre al Castello di Santa Severa, vicino ieri il leader di Iv Matteo Renzi nella sua Enews settimanale. Penserete: Nordio non si lascia scappare un evento, non sembra essere questa una notizia. Invece potrebbe essere l’ennesimo segnale che il magistrato in pensione, incassata la blindatura sull’abolizione dell’abuso di ufficio – che dovrebbe arrivare a dama come confermato anche a questo giornale in una intervista a Sergio Rastrelli, senatore di Fratelli d’Italia e segretario della commissione Giustizia di Palazzo Madama - vuole cercare solide alleanze anche nell’ex Terzo Polo e portare a casa quanto prima alcune delle riforme di stampo garantista. I calendiani e i renziani hanno sin da subito garantito il loro appoggio a Nordio pur stando all’opposizione ma negli ultimi giorni stavano mostrando un po’ di insofferenza. La rotta andava invertita. Fino ad ora il ministro ha parlato molto e incassato nulla: ora è tempo di concretizzare per non essere ricordato nel bilancio del primo anno solo per aver sottoscritto paradossalmente riforme contrarie al suo pensiero. Nordio è consapevole che sulla separazione delle carriere occorre tenere il freno a mano tirato. Lo dimostra, ad esempio, il fatto che, da quanto appreso, le audizioni in Commissioni Affari Costituzionali alla Camera termineranno entro Natale, essendoci di mezzo anche la legge di bilancio, e non si riesce ad immaginare quando sarebbe pronto un testo base. Poi potrebbe arrivare addirittura un dl congegnato dai fuori ruolo di Via Arenula a rallentare il processo. Però due giorni fa Renzi ha dichiarato: «Noi non appoggeremo il governo e non voteremo la fiducia. Su due punti, le riforme istituzionali e la riforma della giustizia, se la Meloni non fa retromarcia anche su questo, noi è certo che siamo a favore dell'elezione diretta del premier e della separazione delle carriere». Dunque Italia Viva non farà mancare il suo appoggio. E pure sulla prescrizione il percorso è stato stoppato per ora in Commissione Giustizia sempre di Montecitorio perché la Lega ha deciso di presentare proprio nel giorno in cui si sarebbe dovuto votare un testo base una propria proposta di legge. E non senza malcontento: perché, da quanto appreso da nostri fonti parlamentari, l’idea sarebbe arrivata e il testo elaborato dalla senatrice Giulia Bongiorno, la quale vorrebbe intervenire per aumentare i termini di prescrizione per i reati relativi alla violenza di genere. Questa ingerenza della senatrice, seppur responsabile giustizia del Carroccio, avrebbe creato malumori tra i suoi colleghi della Camera, non solo della Lega. In tutto questo scenario Nordio vuole costruirsi una solida rete di alleanze a partire da Forza Italia, proseguendo con Fratelli d’Italia e adesso accertandosi della cooperazione dei divorziati Calenda e Renzi.