«Il progetto di riforma sull'abuso d'ufficio è pronto». Lo ha confermato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, durante la festa del Foglio in corso a Venezia. «Non se sarà in Consiglio dei ministri questa settimana, anche se lo auspico, o la prossima – ha aggiunto il Guardasigilli – In ogni caso c'è l'accordo politico».

E a proposito delle remore da parte dell’opposizione, Nordio ha detto che «c'è stata una processione di amministratori e sindaci, anche del Pd, che ci hanno supplicato di abolire il reato di abuso d’ufficio che crea la paura della firma e li espone ad una serie di rischi di indagine che compromettono anche la carriera politica ma soprattutto compromette l’accelerazione delle procedure amministrative».

Ma Nordio non ha parlato soltanto di abuso d’ufficio. «Le riforme sui reati della pubblica amministrazione non incidono minimamente sulla lotta alla corruzione, al contrario la potenziano – ha spiegato – Noi abbiamo un arsenale normativo nei confronti degli amministratori infedeli che è il più alto d'Europa: il nostro obiettivo e quello di accelerare non solo l’amministrazione ma anche la giustizia». Per poi sottolineare che «in Italia qualcuno ha insinuato che la nostra direzione andasse contro le direttive europee», ma questa «è una stupidaggine colossale».

Nordio ha poi affrontato il tema “separazione delle carriere”. Che secondo il titolare di via Arenula «è nell'orizzonte di questa legislatura» perché «è nel programma di FdI e in quello concordato con gli altri, quindi si deve fare per ossequio agli elettori che ci hanno votato». 

E se da Forza Italia con Licia Ronzulli riguardo all’abuso d’ufficio si parla di «passo in avanti importante verso la civiltà», negativo è il parere di Enrico Costa, di Azione. «Da più fonti emerge l’intenzione del Governo di non portare avanti la separazione delle carriere – dice Costa – Le promesse di questi giorni sono un bluff per bloccare il lavoro della commissione Affari Costituzionali, che stava istruendo il testo della proposta di legge di iniziativa popolare promossa dalle Camere Penali. L’annuncio del Governo di un proprio Ddl entro fine 2023, ha avuto l’effetto (previsto e voluto) di paralizzare tutto fino al 2024. Oggi Nordio dice che la riforma, essendo di natura costituzionale, ha bisogno di tempi lunghi, ma contemporaneamente provoca un ritardo dei lavori di almeno 6 mesi. Come Azione-IV chiederemo la calendarizzazione urgente in aula». 

Sulle intercettazioni e sull'ipotesi che il Governo intervenga mettendo un muro sugli atti che si possono pubblicare solo a indagine chiusa, Nordio ha detto che questo è «un obiettivo» con lo scopo di «tutelare non solo l'efficacia delle indagini ma anche la dignità dei terzi». Secondo il Guardasigilli «oggi la segretezza degli atti processuali è considerata in funzione della tutela del buon andamento delle indagini» ma il governo vorrebbe estendere la tutela al destinatario degli atti. «Nel momento in cui una persona è destinataria di una sola informazione di garanzia e il suo nome esce sui giornali la condanna è già anticipata», ha chiosato il ministro.