La Procura di Roma ha rigettato l'istanza con cui si chiedeva la riapertura dell'indagine sull'omicidio di Pier Paolo Pasolini, avvenuto il 2 novembre del 1975 ad Ostia.

Nell'atto, che era stato depositato lo scorso marzo, si chiedeva di accertare a chi appartenessero i tre Dna individuati dai carabinieri del Ris nel 2010.

Per il pm di Roma Francesco Minisci gli elementi «valutati alla luce delle imponenti attività svolte» nella vecchia inchiesta «non sono idonei a consentire l'attivazione della procedura di riapertura delle indagini». In particolare, si tratta di elementi «aventi natura eterogenea quanto alla tipologia e generica quanto alla portata, per alcuni aspetti non focalizzati sull'omicidio ma riguardanti episodi di contorno, talora ripetitivi di attività già svolte e orientati verso soggetti già valutati, aventi ad oggetto profili già presenti nell'atto di opposizione depositato nel procedimento definito con ordinanza di archiviazione» e «riferiti ad un raggio investigativo dal carattere sostanzialmente perlustrativo, che non appaiono utili ad aggiungere altri elementi alla mole e alla completezza di indagini (già svolte dall'Ufficio e valutate dal gip di Roma), tanto da condurre alla prosecuzione delle indagini». La richiesta di riapertura delle indagini era stata presentata dall'avvocato Stefano Maccioni, a nome del regista David Grieco e dello sceneggiatore Giovanni Giovannetti.