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I L’EPISODIO A BOLOGNA
Un fantoccio raffigurante la presidente del Consiglio è stato appeso a testa in giù durante una manifestazione degli antagonisti a Bologna. E con i primi messaggi di solidarietà da parte degli esponenti del governo e di tutto il centrodestra, è arrivata la condanna unanime anche dell’opposizione.
«La protesta a Bologna contro il governo e il presidente Meloni è pienamente legittima - ha commentato il leader M5S, Giuseppe Conte - Manifestare, fischiare, dissentire rientra nel quadro di una lotta politica, ma farlo appendendo un manichino con il premier a testa in giù è una forma di protesta dal sapore fortemente violento: le politiche inadeguate della destra non si combattono con gesti inqualificabili come questo ma democraticamente nelle istituzioni e nelle piazze, senza mollare un centimetro».
Ferma condanna anche dal leader di Azione, Carlo Calenda, che esprime «solidarietà a Giorgia Meloni per un atto di violenza politica indegno di un Paese civile». Spiegando poi che «in questo modo si rischia di far ripiombare l’Italia in un clima di odio che vorremmo finito per sempre».
Al coro si aggiunge anche Simona Malpezzi, capogruppo del Pd in Senato . «È molto grave quanto avvenuto a Bologna - ha scritto su twitter - Condanniamo con forza ogni gesto d’odio intimidatorio e violento».
E se il presidente del Seanto, Ignazio La Russa, accolgie con favore «la condanna unanime di tutte le forze politiche», anche dai sindacati arriva il sostegno alla presidente del Consiglio.
Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, ha scritto sui social che «la città è stata vittima di un gesto di violenza inaccettabile» e, oltre a condannare «con fermezza», ha chiesto «che i responsabili vengano identificati». Secondo il primo cittadino felsineo «manifestaizoni di questo tipo nulla hanno a che fare con la dialettica democratica» ma «al contrario, la violenza politica è la morte della democrazia». Infine, Lepore ha chiesto di «isolare i violenti» e ha invitato Meloni in città.