Il Tribunale del Riesame di Milano ha disposto un importante passo nel complesso filone dell’inchiesta sull’urbanistica milanese, annullando le misure cautelari a carico di due dei principali indagati. È stato infatti revocato l’arresto in carcere del costruttore Andrea Bezziccheri e quello ai domiciliari dell’architetto e ex componente della Commissione Paesaggio del Comune, Alessandro Scandurra. Entrambi sono tornati in libertà, senza che siano state adottate misure alternative più lievi.

Le motivazioni di questa decisione verranno depositate entro 45 giorni, ma la decisione del Riesame lascia intuire come il quadro indiziario a loro carico non sia stato ritenuto sufficientemente grave né attuale da giustificare la custodia cautelare, come invece sostenuto dalla Procura di Milano. Il Riesame potrebbe aver argomentato sull’assenza di «gravi indizi» sulle imputazioni di corruzione (Bezziccheri) e corruzione e false dichiarazioni (Scandurra) o sulla carenza di esigenze cautelari attuali per arrestarli.

La decisione è stata accolta con sorpresa negli ambienti giudiziari, soprattutto perché rappresenta un significativo passo indietro rispetto alle pesanti misure adottate a fine luglio. In risposta, la Procura ha già annunciato l’intenzione di presentare ricorso in Cassazione contro l’annullamento delle misure cautelari.

Nel frattempo, si è registrato lo slittamento dell’udienza davanti al Tribunale del Riesame, riguardante la richiesta di revoca degli arresti domiciliari presentata dall’ex assessore alla Rigenerazione urbana, Giancarlo Tancredi. Il rinvio è stato deciso per consentire ai difensori, in particolare all’avvocato Giovanni Brambilla Pisoni che assiste Tancredi, di esaminare una serie di nuovi documenti depositati dalla Procura, tra cui diverse chat estratte dai telefoni sequestrati il 16 luglio scorso, giorno in cui furono richieste le misure cautelari. Tali conversazioni, di grande rilevanza, coinvolgerebbero anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che risulta indagato per induzione indebita nell’ambito dell’inchiesta.

L’udienza è stata rinviata a giovedì prossimo, data in cui si discuterà anche della posizione di Federico Pella, ex manager della società di ingegneria J+S, anch’egli ai domiciliari per corruzione in relazione a questa indagine. Oltre a Tancredi, Marinoni e Pella, resta ancora da calendarizzare l’udienza per Manfredi Catella, amministratore delegato di Coima, uno dei principali gruppi immobiliari coinvolti nell’inchiesta. Le altre udienze sono previste quasi tutte per giovedì, con decisioni che potrebbero arrivare a breve.

Il quadro accusatorio è molto articolato: Scandurra è indagato per corruzione insieme all’immobiliarista Bezziccheri per il voto favorevole in Commissione Paesaggio al progetto denominato P39-Pirellino, situato in via Pirelli 39. Secondo l’accusa, Scandurra avrebbe ricevuto una tangente di 28mila euro da Coima per favorire il progetto, approvato infine nell’ottobre 2023. La decisione del Riesame sul suo caso potrebbe avere ripercussioni anche sulla posizione di Catella. Diversi altri indagati, fra cui Tancredi, Marinoni e Pella, sono invece coinvolti in episodi distinti, relativi a presunte corruzioni e false dichiarazioni.

I legali di Bezziccheri, gli avvocati Andrea Soliani e Francesco De Luca, hanno commentato con fermezza la scarcerazione: «Da ottobre 2022 il nostro assistito porta nelle aule giudiziarie elementi per dimostrare che non ha commesso alcun reato e continuerà a farlo, nella speranza che emerga finalmente la verità e che si riconosca che, da imprenditore serio, ha sempre rispettato le regole».

Dure critiche sulla gestione dell’inchiesta sono arrivate da Enrico Costa di Forza Italia, che ha denunciato su X: «Il riesame annulla gli arresti dell’inchiesta urbanistica a Milano. Nel frattempo sono finiti sui giornali tutti gli atti e le chat sui quali si sono fondate le misure cautelari ingiustificate. Qualcuno ne risponderà? Assolutamente no. Perché si fanno tante parole, ma nessuno ha il coraggio di intervenire in modo incisivo contro questa barbarie. E se io presento alla Camera un’interrogazione sulla pubblicazione arbitraria di atti nell’inchiesta di Milano il Presidente della Camera me la dichiara inammissibile. Guai ad interferire».