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Alfredo Cospito è detenuto al 41 bis
La Procura di Milano ha chiuso le indagini per 13 anarchici accusati dei disordini avvenuti nel corteo dell'11 febbraio scorso organizzato in solidarietà di Alfredo Cospito. Le ipotesi contestate dai pm della sezione antiterrorismo Francesca Crupi e Leonardo Lesti, coordinati dal procuratore Marcello Viola, vanno dalla resistenza a pubblico ufficiale, violenza privata e danneggiamento al travisamento e porto abusivo di oggetti atti ad offendere.
Il 26 giugno gli investigatori Digos avevano eseguito una misura cautelare per sei indagati tra i 26 e 31 anni, difesi dai legali Eugenio Losco e Mauro Straini, ai quali era stato ordinato dal gip Guido Salvini un divieto di dimora a Milano, due divieti di dimora con obbligo di firma due volte a settimana alla polizia giudiziaria e tre obblighi di dimora nei comuni di residenza rispettivamente a Novara, Olgiate Olona e Malnate nel Varesotto. Gli ulteriori accertamenti degli inquirenti hanno riguardato altri cinque esponenti dell'area milanese e due di quella trentina.
L'11 febbraio scorso Cospito era in sciopero della fame contro il regime carcerario del 41 bis da oltre 110 giorni. Il corteo partito dalla Darsena con 400 sostenitori della battaglia dell'anarchico del Fai, detenuto in quei giorni al carcere di Opera, era degenerato quando in viale Sabotino la frangia più violenta dei manifestanti ha cercato di forzare un cordone di sicurezza.
Dopo le cariche di alleggerimento dei reparti inquadrati di Polizia e Carabinieri tornando verso i Navigli avevano lanciato in strada oggetti come motorino, biciclette, cestini e arredi dei dehors dei locali. Già nelle prime del corteo erano state danneggiate vetrine di esercizi commerciali, tra cui banche e agenzie immobiliari, e anche alcune auto in sosta.