«Nordio è stato mio consulente alla commissione Stragi. Era un magistrato assai preparato che resisteva alle sirene giustizialiste». Parole e musica di Giovanni Pellegrino, l’ex presidente della Commissione Stragi ed ex parlamentare del Pds e del Pd, che ora è tornato al suo lavoro di avvocato amministrativista. «Ora Nordio è ministro continua Pellegrino - e ho l’impressione che si stia bruciando. Quanto ai contenuti, considero una cosa giusta la separazione delle carriere tra requirenti e giudicanti. Non capisco perché la magistratura si opponga. Forse perché la separazione delle carriere renderebbe più difficile fare carriera. Accusa e giudizio sono mestieri diversi. Il pubblico ministero deve avere la cultura dell’accusa, l’avvocato quella della difesa. La cultura della giurisdizione sta nella sintesi di queste due posizioni contrapposte».

Poi Pellegrino volta lo sguardo verso il passato e rammenta incomprensioni, per così dire, col suo partito sui temi della giustizia: «Non capivo perché il mio partito fosse sempre a favore dell’accusa. Lo ritenevo demenziale. Si arrivò addirittura a santificare il magistrato Agostino Cordova, che poi ritrovammo parlamentare della destra. Sui problemi della giustizia avevo ragione io, non Luciano Violante. In politica, però, avere ragione in ritardo non serve a nulla. Anche il mio partito ha contribuito a impedire un bipolarismo maturo. La sconfitta elettorale non va considerata una tragedia, ma un fatto fisiologico in democrazia. È uno sprone a vincere in seguito», conclude l’ex senatore di sinistra.