«Incrementare le regole per la trasparenza e la leggibilità delle scelte sulle nomine dei dirigenti degli uffici giudiziari». È quanto chiede Magistratura democratica al Consiglio superiore della magistratura che «deve adottare entro il 20 luglio 2024 le delibere necessarie a dare attuazione alle disposizioni del decreto sulla riforma dell'ordinamento giudiziario. Valorizzando la scelta di criteri generali piuttosto che di criteri sulla singola nomina, si possono combattere il carrierismo e il clientelismo», sottolinea Md, che interviene sul tema con un documento.

«Il compito affidato al Csm in materia di normazione secondaria costituisce una importante occasione per rimeditare l'approccio in materia di dirigenza giudiziaria che si è andato affermando nell'attività consiliare - si legge nel documento - anche per tutelare l'immagine e il ruolo del Consiglio e contrastare le derive carrieristiche che inquinano il volto costituzionale della magistratura». Magistratura democratica «ritiene necessario un cambio di prospettiva sulla questione delle nomine ad incarichi direttivi e semidirettivi, nella consapevolezza che le aspettative riposte sull'attuale sistema sono andate deluse».

A giudizio di Md, «è necessario, innanzitutto, rafforzare il livello di leggibilità delle scelte». Il Csm dovrà «esplicitare il peso specifico dei vari indicatori in relazione ai diversi uffici, consentendo di verificare in modo trasparente se gli aspiranti abbiano i requisiti richiesti per gli specifici posti messi a concorso e rendendo, quindi, più comprensibile il percorso decisionale seguito» e «riprendere consapevolezza del valore esperienziale che l'anzianità svolge».

Magistratura democratica auspica infine che il Consiglio «prenda sul serio la sfida della riforma del Testo unico sulla dirigenza giudiziaria che la legge impone: rafforzando la prescrittività dei criteri che regolano l'esercizio del potere di scelta del Csm e introducendo meccanismi che, nel valorizzare le attitudini anche con riferimento al dato esperienziale del magistrato, raggiungano ragionevoli contemperamenti tra le ambizioni del singolo e le esigenze di funzionalità del sistema giudiziario. Pur nella consapevolezza che nessun mutamento normativo può di per sé essere totale garanzia della correttezza dei comportamenti, essendo questa rimessa alla dimensione etica e deontologica che il corpo giudiziario è in condizione di esprimere, riteniamo comunque che il necessario rafforzamento del quadro di regole sia utile a sostituire la 'legge della forza' con la 'forza della legge'», conclude il documento di Md.