Tutti contro la carneficina ma sulle forniture l’Ue è divisa

Il 40esimo giorno di guerra in Ucraina è segnato dalle terribili immagini che arrivano da Bucha: decine di cadaveri di civili abbandonati per strada, alcuni con le mani legate. Una strage che il premier ucraino Zelensky ha voluto vedere con i proprio occhi e una volta sul luogo del massacro ha definito i soldati russi «macellai». Bucha, la grande indignazione ma l’Ue non rinuncia al gas

Fosse comuni e stanze delle torture, il mondo condanna la strage dei russi Parigi preme per l’embargo al metano di Mosca, la Germania molto più cauta

L'immagine più significativa, dopo più di 40 giorni dall'invasione russa in Ucraina, è stata sicuramente quella di Zelensky mentre cammina in una strada di Bucha. Il sobborgo poco lontano da Kiev dove si è consumata una strage di civili, attribuita alle truppe di Mosca. I cadaveri ritrovati sono fino ad ora 410 ma vengono segnalate altre fosse comuni. In moltissimi casi le persone mostrano segni di fori di proiettili al capo o al petto.

Nonostante l'indignazione e il dolore Zelensky non ha chiuso le porte ad un negoziato «perché l'Ucraina deve avere la pace». Le reazioni dei paesi che sostengono attivamente la resistenza ucraina sono state unanimi. Per l'Alto rappresentante per la Politica estera dell'Unione Europea Josep Borrell: ' Le autorità russe e gli ufficiali dell'esercito sono ritenuti pienamente responsabili di tutto ciò e verranno sottoposti alle accuse di occupazione territoriale sotto la legge internazionale'.

Una posizione condivisa anche da Gran Bretagna e Stati Uniti che da tempo chiedono l'incriminazione di Putin per crimini di guerra. Su ciò è intervenuto finalmente anche l'Onu, grande assente della scena internazionale. Lo ha fatto per bocca dell'Alta commissaria per i diritti umani, Michelle Bachelet, che si è detta ' inorridita dalle immagini di civili che giacciono morti per le strade e in tombe improvvisate nella città di Bucha in Ucraina.

Le notizie che emergono da questa e da altre zone sollevano interrogativi seri e inquietanti su possibili crimini di guerra, gravi violazioni del diritto internazionale umanitario e gravi violazioni del diritto internazionale dei diritti umani'.

Per accertare quello che è realmente successo le Nazioni Unite vorrebbero istituire una commissione d'inchiesta indipendente. Le fonti d'informazione che hanno fornito foto e video della strage sono state ad ora quasi solo ucraine, i maggiori media internazionali hanno dichiarato di non aver potuto verificare ciò che succedeva a Bucha mentre era occupata dai russi. Per questo sempre la Bachelet ha ricordato che '' è essenziale che tutti i corpi siano riesumati e identificati in modo che le famiglie delle vittime possano essere informate e che le cause esatte di morte vengano stabilite. Dovrebbero essere adottate tutte le misure per preservare le prove'.

Per Kiev i responsabili della strage apparterrebbero alla 64esima brigata di fanteria motorizzata. 1600 soldati elencati nome per nome dalla Direzione dell'intelligence del Ministero della Difesa dell'Ucraina. In un documento di 87 pagine i soldati vengono identificati con grado militare, nome e cognome, data di nascita ed estremi del passaporto. Un'altra notizia che getta un'ombra ancora più tragica sul massacro è quella riportata dall'agenzia ucraina Unian circa il ritrovamento di una camera di tortura con 5 cadaveri piegati in avanti e con le mani legate. Si tratterebbe di un seminterrato situato in un sanatorio di Bucha Sia Peskov che Lavrov hanno smentito le ricostruzioni attribuendole ad una operazione falsa atta ad infamare le truppe russe. In questo senso la Russia sta cercando di convocare una riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu, richiesta però negata dalla Gran Bretagna che è presidente di turno.

La Russia è isolata e se venisse dato seguito alla richiesta americana, verrebbe sospesa anche dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Le preoccupazioni maggiori per Mosca però potrebbero venire dalle decisioni che si apprestano a prendere i paesi europei sullo stop alle importazioni di petrolio e carbone. Ma il punto cruciale riguarda il gas. A spingere per un embargo totale è il presidente francese Macron ma altri leader si sono mostrati più cauti. Berlino ha fatto sapere che non ha intenzione di passare alle vie di fatto anche se la Germania sta lavorando per emanciparsi dall'energia russa. Il ministro dell'Economia tedesco Robert Habeck ha affermato che le sanzioni ' stanno danneggiando Putin. «Siamo su un buon percorso e questa settimana faremo più progressi su quel percorso».