UCRAINA

n un post su Facebook e su Telegram, Marina Ovsyannikova torna a parlare e ha ancora una volta attaccato Putin. Lo ha fatto dopo essere fuggita dagli arresti domiciliari portando con sé, molto probabilmente fuori dalla Russia, la figlia di undici anni. L’attacco ai metodi liberticidi del presidente russo è avvenuto in occasione di una udienza svoltasi ieri mattina nella quale l’autorità giudiziaria ha preso atto del suo allontanamento dai domiciliari. Il ministero dell’Interno nel frattempo ha dichiarato Ovsyannikova ufficialmente ricercata.

La giornalista, collaboratrice del Dubbio da Mosca, ha fatto diffondere in concomitanza con l’udienza nel tribunale di Basmanny, un video sui propri canali social in cui si proclama “completamente innocente” e sostiene che ad essere perseguito dovrebbe Vladimir Putin per quanto ha ordinato di fare in Ucraina. Ovsyannikova, inoltre, ha fatto depositare in tribunale dal suo difensore, Dmitry Zakhvatov, una lunga dichiarazione.“ La felicità del mondo intero – scrive Ovsyannikova - non vale una lacrima sulla guancia di un bambino innocente. Forse, almeno qualcuno, un giudice, un procuratore o un investigatore, si sveglierà e smetterà di chiamare falsi i bambini morti in Ucraina e perseguire chi ha detto la verità. Ho passato quasi due mesi agli arresti domiciliari. Per tutto questo tempo, l'indagine a mio carico, citando le dichiarazioni del ministro della Difesa Shoigu e del generale Meme Konashenko, ha cercato di far finta che non un solo bambino fosse stato ucciso durante la guerra in Ucraina”. L’ex giornalista di Channel One ha fatto riferimento alla manifestazione del luglio scorso, durante la quale espose, a due passi dal Cremlino, un cartello in cui denunciava l’uccisione di decine di bambini ucraini e accusava Putin dei massacri sul territorio ucraino. A seguito di quell’episodio la posizione di Ovsyannikova si è complicata. Il 10 agosto è stata arrestata ed è stata successivamente messa ai domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico sulla caviglia. L’accusa nei suoi confronti è quella di aver screditato le forze armate russe. Un reato che prevede fino a dieci anni carcere.“Non mi faccio illusioni sulla giustizia”, ha affermato Marina. ” L'articolo 207.3 del Codice russo – ha aggiunto - è incostituzionale. Dovrebbe essere immediatamente rimosso dal Codice penale e tutti coloro che sono stati accusati ai sensi di questo articolo dovrebbero essere immediatamente rilasciati e riabilitati. Mi ritengo completamente innocente”.