L’inchiesta Qatargate diventa sempre più mediatica: l’allarme di Metsola

Il Parlamento europeo, quasi all’unanimità ( 625 a favore, un contrario e due astenuti), ha votato ieri la decisione di revocare l’incarico di vicepresidente all’eurodeputata Eva Kaili, la politica greca espulsa dal Pasok e sospesa dal gruppo S& D, arrestata dalle autorità del Belgio per sospetta corruzione operata dal Qatar al fine di influenzare le decisioni del Parlamento Europeo.

SEQUESTRATO OLTRE UN MILIONE E MEZZO DI EURO

Il Parlamento europeo, quasi all’unanimità ( 625 a favore, un contrario e due astenuti), ha votato la decisione di revocare l’incarico di vicepresidente a Eva Kaili, la politica greca espulsa dal Pasok e sospesa dal gruppo S& D, arrestata dalle autorità belghe per sospetta corruzione operata dal Qatar al fine di influenzare le decisioni del Parlamento Europeo. «La presunzione di innocenza è un principio molto importante. Eva Kaili non è a Strasburgo e non può difendersi, né influenzare negativamente» il voto, ha dichiarato all’Adnkronos Dorien Rookmaker, eurodeputata olandese del gruppo Ecr, una dei due astenuti. «Dobbiamo essere cauti in una situazione come questa. So che andare in direzione contraria alla massa può essere pericoloso, ma è la cosa giusta da fare al momento», ha sottolineato Rookmaker, insieme alla quale si è astenuto Joachim Kuhs di Alternative fuer Deutschland, del gruppo Id. A votare contro, invece, il croato dei Non Iscritti Mislav Kolakusic.

Pesanti sono state le parole della commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson, nel dibattito in plenaria sul Qatargate. «Le accuse sono estremamente gravi - ha sottolineato -. Le indagini sono ancora in corso e c’è la presunzione d’innocenza. Ma a ognuno che accetta pagamenti, bustarelle, dico vergogna. Vergogna per aver violato la fiducia delle persone d’Europa che si aspettano che lavoriate per i loro interessi, non per i vostri. Per aver violato la fiducia dei colleghi qui al Parlamento che lavorano duramente con onore, onestà e dignità».

Kaili ieri è stata trasportata nel carcere di Haren, alla periferia nord- orientale di Bruxelles, non lontano dall'aeroporto internazionale di Zaventem. La procura belga non ha confermato se anche gli altri tre agli arresti - Antonio Panzeri, Francesco Giorgi, Niccolò Figà- Talamanca - si trovino nella stessa struttura. Tutti e quattro sono attesi oggi per la prima udienza preliminare sul Qatargate. La polizia federale belga, nel frattempo, ha diffuso una foto dei contanti ritrovati a casa di Panzeri, nell'abitazione di Kaili e nelle borse che aveva il padre dell'eurodeputata greca al momento dell'arresto. Nell'immagine si vedono pile di biglietti da venti, cinquanta, cento e duecento euro su un tavolo. In totale, tra Panzeri e Kaili, la polizia belga ha trovato oltre un milione e mezzo di euro, come sostenuto dai quotidiani belgi “Le Soir” e “Knack”. Giorgi, che è anche compagno dell’ex vicepresidente Kali, starebbe intanto parlando con gli inquirenti. Nei primi interrogatori effettuati dall'Ufficio Centrale per la repressione della corruzione, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, avrebbe rilasciato lunghe dichiarazioni. Secondo la stampa belga - che non cita nome e cognome due delle persone interrogate ( uno dei quali indagati) avrebbero fatto il nome dell'eurodeputato socialista Marc Tarabella. Il politico, al momento non coinvolto nel caso, è stato sospeso dal Partito per il tempo che richiederà l’inchiesta sulla presunta corruzione dal Qatar. Tarabella inoltre si era autosospeso anche dal Gruppo dei socialisti e democratici al Parlamento europeo e ha dichiarato ai media di «non avere assolutamente nulla da nascondere». L’inchiesta, intanto, sembra destinata ad allargarsi. Gli uffici dell'assistente dell'eurodeputato Pietro Bartolo all'Eurocamera di Strasburgo sono stati posti sotto sigillo, secondo quanto riportato dall’Ansa, mentre le autorità francesihanno posto i sigilli all’ufficio a Strasburgo di Mychelle Rieu, funzionaria della sottocommissione per i Diritti umani del Parlamento europeo. In attesa dell’udienza di oggi, a parlare è l’avvocato di Kaili, Michalis Dimitrakopoulos, che al canale privato greco Open TV ha assicurato che la sua assistita non ha accettato alcuna «tangente dal Qatar». «La sua posizione è che è innocente. Non ha nulla a che fare con le tangenti», ha sottolineato il legale. Alla domanda se del denaro fosse stato scoperto a casa della sua assistita, l’avvocato ha detto: «Non confermo né smentisco, c’è riservatezza. Non ho idea se sia stato trovato denaro o quanto sia stato trovato». Il padre dell’ex vicepresidente, arrestato venerdì, è stato invece rilasciato. «È libero se vuole tornare in Grecia», ha detto Dimitrakopoulos. La presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, dove Kaili sedeva dal 2014, ha denunciato con questo caso un «attacco» alla democrazia mentre Doha ha negato di essere coinvolta in tentativi di corruzione. Questo scandalo ha provocato reazioni anche in Grecia, dove affari e sospetti di corruzione affliggono il paese, provocando sconcerto tra la popolazione. Ad Atene l’Autorità antiriciclaggio ha congelato tutti i beni dell’eurodeputata e dei suoi familiari.