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Sono 41 gli eurodeputati, in prevalenza appartenenti al gruppo dei Conservatori e Riformisti europei (Ecr), ad aver firmato una lettera indirizzata alla Commissione europea per sollecitare “un dibattito calmo e onesto” sui limiti dell’interpretazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (Cedu) in materia di migrazione.
Tra i firmatari figurano anche esponenti del Partito Popolare Europeo, dei Patrioti e dei Sovranisti. Il documento si ispira apertamente alla lettera promossa da Italia e Danimarca, già sottoscritta da nove Stati membri dell’Unione europea.
Nel testo, gli eurodeputati segnalano come «alcune interpretazioni della Corte europea dei diritti dell’uomo limitino sempre più lo spazio politico e giuridico disponibile per gli Stati membri, in modi che non sembrano più proporzionati alle sfide attuali». Tre i punti critici evidenziati: gli ostacoli all’espulsione di criminali stranieri, l’insufficienza di strumenti per monitorare i soggetti non espellibili e l’abuso dei diritti umani da parte di regimi autoritari.
Secondo i deputati, “la protezione dei diritti deve andare di pari passo con responsabilità, sicurezza e resilienza sociale”. Da qui l’appello alla Commissione affinché contribuisca a una valutazione dell’impatto della giurisprudenza della Cedu sulle politiche migratorie e di sicurezza; promuova un dialogo con il Consiglio d’Europa per ristabilire l’equilibrio tra diritti individuali e sicurezza collettiva; esamini la necessità di nuovi strumenti giuridici o protocolli per salvaguardare la capacità decisionale degli Stati democratici. Tra i 41 firmatari, ben 22 sono italiani.