Alla fine Orban non l’ha incontrato, ma il neo deputato europeo Silvio Berlusconi ha avuto con lui una «lunga telefonata». Di più, si vedranno presto e il Cavaliere punterà a «convincerlo a rimanere nel Ppe e a convincere i membri del Ppe a volere che l’Ungheria e lui restino». Una linea chiara quanto per certi versi spiazzante, considerato che Orban guida a spada sguainata il fronte sovranista ed euroscettico, ma che potrebbe avere una lettura in chiave italiana, proprio come l’ha avuta il risultato del voto alle Europee. La prospettiva di Berlusconi, ritornato vigorosamente a guidare Forza Italia, è quella di stanare il prima possibile il leader del Carroccio, Matteo Salvini, per indurlo a rompere il contratto di governo. La partita è complicata, ma Berlusconi è noto per le sue geometrie inattese: far digerire ai popolari Orban significa indurli a cambiare maggioranza, sostituendo i socialisti proprio con i sovranisti e dunque aprire le porte della maggioranza europea allo stesso Matteo Salvini. Da artefice della svolta, Berlusconi punterebbe a capitalizzare il risutato spingendo la Lega a staccare la spina allo zoppicante governo con i 5 Stelle: del resto, un'altra maggioranza sarebbe uscita proprio dalle urne europee.

Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia rappresentano quasi il 50% degli elettori, dunque – ragiona Berlusconi – un altro governo è possibile e anzi già pronto. Il primo tassello perchè il puzzle si componga, però, passa proprio per il leader ungherese, che ha fatto di tutto per indispettire i popolari e che non sembra intenzionato ad abbassare i toni. La strada per tornare da comprimario alla vetta di Palazzo Chigi è lastricata di difficoltà, ma Berlusconi ha deciso di percorrerla, proprio a partire da Bruxelles.