ILASCIATA MORIRE NELLE CARCERI DI ERDOGAN

S. M.

LA DENUNCIA PRESENTATA AGLI AVVOCATI PROGRESSISTI DI ISTANBUL

«Ebru Timtik è morta perché è stata torturata». È un'accusa pesante quella lanciata dagli avvocati progressisti di Istanbul Çhd -, che giovedì hanno presentato una denuncia penale contro i funzionari pubblici considerati responsabili per la morte dell’avvocata per i diritti umani, avvenuta il 27 agosto scorso dopo 238 giorni di sciopero della fame, intrapreso per chiedere un giusto processo. A finire nel mirino degli avvocati turchi sono i capi degli uffici dell'ospedale Bakirköy Sadi Konuk e dell'ospedale Kanuni Sultan Süleyman, dove Timtik e il collega Aytaç Ünsal «sono stati trattenuti sotto tortura», nonché contro il direttore della sanità provinciale di Istanbul, con l'accusa di «omicidio a seguito di tortura» e «tortura».

Ma non solo. Gli avvocati progressisti hanno anche sporto denuncia contro il ministro dell'Interno Süleyman Soylu, che dal 12 settembre 2017 «ha interferito con le indagini e il processo che ne è seguito in vari modi e ha impedito agli organi giudiziari di emettere sentenze indipendenti e legittime - hanno affermato -. Vogliamo che gli assassini dell'avvocato Ebru Timtik, un essere umano buono, dei nostri amici, colleghi e compagni, siano processati». Dopo la morte di Timtik, Soylu aveva minacciato di denunciare chiunque ricordasse, esponendo la sua foto, l’avvocata. Soylu aveva infatti definito «indegni di rappresentare i valori della Turchia» gli avvocati che hanno appeso la sua effigie sulla facciata della sede dell’Ordine di Istanbul, definendola una terrorista. Affermazioni contro le quali Ünsal, all’epoca ancora in ospedale, aveva reagito con rabbia. «Smettila di minacciare l’Ordine degli avvocati di Istanbul con il tuo bullismo di tipo mafioso aveva dichiarato -. Risparmia il fiato perché non puoi reprimere il grido di giustizia di milioni di persone, qualunque cosa tu faccia». imtik, che portava avanti la sua protesta assieme al collega Ünsal, recentemente rilasciato proprio per il peggioramento delle sue condizioni fisiche, aveva avviato lo sciopero della fame a febbraio, senza mai ottenere il rilascio, nonostante entrambi fossero stati dichiarati non idonei alla reclusione dall’Istituto di medicina legale. I due avvocati, trasferiti sotto osservazione - e sempre in stato di detenzione - contro la loro volontà in diversi ospedali di Istanbul, avevano deciso di trasformare lo sciopero in un “digiuno mortale”, scegliendo come data simbolica il 5 aprile, “Giornata degli avvocati”.

Nel complesso dei procedimenti contro i presunti membri del Fronte rivoluzionario della liberazione popolare, gli avvocati sono stati condannati a lunghe pene detentive in base alle leggi sul terrorismo, a causa delle dichiarazioni contraddittorie di un testimone chiave per il quale non è stato possibile alcun contraddittorio. In quel processo sono stati condannati 18 avvocati, appartenenti al Çhd e al People's Law Bureau ( Hhb), per un totale di oltre 159 anni di carcere.

Verdetto confermato, nelle scorse settimane, anche dalla Cassazione. Davanti al tribunale di Istanbul, il Çhd ha ribadito che si tratta di condanne pronunciate illegalmente. «Le prove portate contro i nostri colleghi consistevano esclusivamente in dichiarazioni di testimoni anonimi», hanno sottolineato davanti alla stampa locale. Durante il processo, Ebru Timtik si era rivolta a quei testimoni sperando di ottenere da loro la verità. «Rischio la mia vita - sottolineò -, una persona rischia la propria vita solo per la verità. State dicendo la verità o la sto dicendo io?». Domanda rimasta senza alcuna risposta.

Ora, affermano i colleghi, è arrivato il momento di fare giustizia e trovare i colpevoli delle ingiustizie inflitte all’avvocata, che, insistono, è stata torturata. «Lo confermano sia le nostre osservazioni come testimoni di questo processo sia i rapporti dell'Associazione medica turca ( Ttb) aggiungono i suoi colleghi -. Ogni giorno in cui Ebru e Aytaç erano costretti a rimanere in ospedale era un giorno sotto tortura. Ciò ha causato un peggioramento più rapido delle condizioni di salute della nostra collega Timtik, che alla fine l'ha portata alla morte».