Si è svolto ieri a Roma presso la sede di rappresentanza del Parlamento europeo, nell’ambito del progetto Prodigit (Progetto sperimentale a supporto della giustizia tributaria), il convegno dal titolo “L’intelligenza artificiale nella giustizia: regolamentazione, sfide e opportunità”. L’evento, organizzato dal Consiglio di presidenza della giustizia tributaria con la partecipazione del ministero dell’Economia e delle finanze, era inserito nel Programma operativo nazionale governance e capacità istituzionale 2014-2020.

Il Pnrr nazionale, come si ricorderà, ha previsto la riforma della giustizia tributaria la cui attuazione è, di conseguenza, funzionale al raggiungimento del Piano. Prodigit, in particolare, si propone di attuare un importante processo di innovazione di questa giurisdizione speciale con il supporto della tecnologia digitale e della intelligenza artificiale, realizzando così un miglioramento della sua trasparenza ed efficienza. A tal fine sono state previste cinque linee di intervento ed un laboratorio digitale del giudice tributario denominato “Tribhub”. Tra le linee di intervento si segnalano quelle per l'introduzione di regole idonee a rendere maggiormente efficienti il funzionamento delle Corti di giustizia tributaria, la digitalizzazione dei servizi, la prevedibilità della decisione, l'ammodernamento delle tecnologie con dinamiche virtuose che contribuiscano a rendere sempre più efficaci le pronunce della giustizia tributaria, anche con il contributo dell’intelligenza artificiale, e che rendano effettivo il rapporto con i contribuenti attraverso una positiva sinergia con i difensori.

La banca dati di giurisprudenza tributaria, a regime, costituirà poi un unicum nel panorama delle giurisdizioni italiane in quanto non esiste attualmente una banca dati pubblica e gratuita contenente l’intera giurisprudenza di merito nazionale. Tale strumento consentirà di divulgare i contenuti delle sentenze, far conoscere al pubblico gli orientamenti delle Corti tributarie, far conoscere alla Corte di Cassazione i dettagli e le dimensioni del contenzioso di merito, migliorare la qualità complessiva delle sentenze. La banca dati, realizzata in partnership tra Cpgt e Mef, si avvarrà di algoritmi e sistemi digitali. La sentenza verrà prima acquisita e poi restituita automaticamente con un abstract, sottoposto comunque al vaglio del massimatore per la correzione ed il controllo della coerenza ed affidabilità. Per compiere tale operazione di “summerising”, la macchina dovrà essere addestrata: la sua memoria dovrà acquisire un patrimonio conoscitivo formato da molte migliaia di sentenze, ciascuna delle quali corredata della relativa massima, previamente scritta dal massimatore persona fisica: maggiore sarà il numero di sentenze e massime memorizzate dalla macchina, maggiore sarà la precisione della macchina.

Il progetto è stato interamente finanziato dall’Unione, con oltre 8 milioni di euro, e dovrà essere concluso entro il prossimo 31 dicembre. «La digitalizzazione accomuna tutte le giurisdizioni», ha ricordato Fiorenzo Sirianni, capo dipartimento giustizia tributaria del Mef, ricordano i passi in avanti fatti negli ultimi anni in tale ambito proprio in questa giurisdizione, con sentenze ormai redatte su schemi predefiniti che migliorano così la qualità complessiva delle stesse. «L’intelligenza artificiale segnerà un cambiamento profondo della giurisdizione», ha affermato l'avvocato Vittorio Minervini, consigliere del Consiglio nazionale forense. «L’avvocatura ha aderito fin da subito al progetto con grande entusiasmo», ha aggiunto Minervini, sottolineando comunque la necessità di non stravolgere l'ordinamento introducendovi la cultura del precedente. «L’ultima parola deve essere sempre del giudice che deve rimanere libero di decidere senza condizionamenti di sorta», ha puntualizzato il consigliere Cnf. Concetto sostanzialmente ribadito da Rosa D'Angiolella, consigliere del Consiglio nazionale dei dottori commerciali ed esperti contabili, secondo cui «il giudice deve essere imparziale e non può essere sostituito dall’intelligenza artificiale». Per Antonio Leone, presidente del Cpgt, invece, si deve costituire subito un tavolo permanente fra le varie magistrature dedicato specificatamente al monitoraggio della adozione, attuazione e funzionamento degli strumenti dell’intelligenza artificiale nel diritto. «Il tavolo – ha precisato Leone - dovrà costituire un'occasione di dialogo costante e di confronto fra le giurisdizioni e dovrà consentire di capitalizzare le esperienze positive e negative di ognuno a vantaggio dell’unico interesse del Paese». Al convegno, articolato in quattro sessioni e coordinato da Maria De Cono, consigliera del Cpgt, hanno partecipato, fra gli altri, Giovanni Pitruzzella, avvocato generale presso la Corte di giustizia dell’Unione europea, Luca Antonini, giudice della Corte costituzionale, Vincenzo De Lisi, direttore generale Dgsia presso il ministero della Giustizia, Federico Filiani, direttore della Direzione sistema informativo della fiscalità del Mef. Le conclusioni sono state affidate a Giovanni Sartor, docente di informatica giuridica all’Università di Bologna.