Cosimo Ferri, già parlamentare, è stato assolto dalla sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura «per essere rimasti esclusi gli addebiti disciplinari». Si tratta della vicenda dell'incontro all'hotel champagne di Roma, il 9 maggio del 2019, quando con Luca Palamara Luca lotti e cinque togati del Csm si discusse della nomina del procuratore di Roma. La decisione è stata presa alla luce dell'inutilizzabilità delle intercettazioni a carico di Ferri, stabilita dalla Camera a dicembre scorso e rispetto alla quale il Csm non ha ritenuto di sollevare un nuovo conflitto di attribuzione davanti alla Consulta. L'incolpazione a carico di Cosimo Ferri era basata solo su quelle intercettazioni, registrate con il trojan nel cellulare di Luca Palamara, e dunque la loro inutilizzabilità ha di fatto eliminato ogni elemento di prova a suo carico.

Le richieste della procura generale

All'inizio dell'udienza il collegio della disciplinare, presieduto dal vicepresidente del Csm Fabio Pinelli, aveva annunciato la decisione di non accogliere la richiesta, formulata la settimana scorsa dalla procura generale della Cassazione, di ricorrere alla Corte costituzionale sull'inutilizzabilità delle intercettazioni. Respinta anche la richiesta della difesa di Ferri di dichiarare il processo estinto per decorrenza dei termini. Procura generale e difesa hanno dunque formulato le proprie istanze, prima la rinuncia ai rispettivi testi poi, alla luce dell'inutilizzabilità delle intercettazioni, la richiesta di assoluzione per Ferri: per il sostituto pg della Cassazione Simone Perilli per «insussistenza del fatto e mancanza di prove», mentre per la difesa, l'avvocato Luigi Panella, per ''esclusione dell'addebito e perché il fatto non sussiste''. Richiesta più accolta dal collegio dopo una breve camera di consiglio.