LA GUERRA DELL’ENERGIA

Gazprom ha comunicato a Italia e Germani la decisione unilaterale di tagliare le forniture di gas dl 15%.

A Putin taglia il gas a Italia e Germania Niente spiegazioni

Macron agli ucraini: «Necessario trattare coi russi» Domani volerà a Kiev con Scholtz e Draghi

Meno gas dalla Russia per l'Italia. Lo ha confermato l'Eni ieri rendendo noto che ' Gazprom ha comunicato una limitata riduzione delle forniture di gas per la giornata di oggi, pari a circa il 15%. Le ragioni della diminuzione non sono state al momento notificate. Eni sta costantemente monitorando la situazione'. Da Mosca quindi non e arrivata nessuna motivazione anche se da piu parti non sembrano esserci allarmi particolari, e chiaro che lo stato delle relazioni tra Italia e Russia non gode di buona salute e il sospetto che la riduzione possa essere dovuta all'appoggio italiano all'Ucraina rimane sullo sfondo.

Ma altri sono i movimenti che si stanno verificando nel contesto del conflitto. Si comincia infatti, sia pure in maniera non compatta, a parlare della necessità di una tregua. La guerra per la conquista del Donbass infatti sta arrivando ad un punto cruciale e con esso una svolta che porta in diverse direzioni. Ieri Macron, il presidente francese è stato chiaro piu di ogni altra volta: ' Il presidente ucraino dovrà negoziare con la Russia e noi europei saremo presenti a quel tavolo per offrire garanzie di sicurezza'.

Un invito esplicito a Zelensky affinché non si opponga a un possibile negoziato, chiaramente rimangono un mistero le disponibilità russe ora che sembra in vantaggio nel Donbass. Macron ha poi delineato meglio quella che dovrebbe essere un nuovo protagonismo europeo: ' Alle porte della nostra Unione Europea si sta svolgendo una situazione geopolitica senza precedenti. Quindi sì, per tutti questi motivi, il contesto politico e le decisioni che l'Unione Europea e diverse nazioni dovranno prendere, servono nuove discussioni approfondite e nuovi progressi. Noi, l'Unione Europea, dobbiamo inviare chiari segnali politici all'ucraina e al popolo ucraino in un contesto in cui resiste eroicamente da diversi mesi'.

Segnali chiari che forse porterà il trio che oggi arriva a Kiev. La capitale ucraina infatti ospita la visita di Mario Draghi, Olaf Scholz e proprio Emmanuel Macron. Non a caso il consigliere del presidente ucraino Zelensky, Oleskjy Arestovych, non ha nascosto il proprio timore che la triade europea prema perché il Paese accetti un cessate il fuoco. ' Temo che cercheranno di raggiungere una sorta di Minsk 3, diranno che dobbiamo porre fine alla guerra che sta causando problemi alimentari e problemi economici. Diranno che russi e ucraini stanno morendo, che dobbiamo salvare la faccia a Putin, che i russi hanno commesso errori, che dobbiamo perdonare e dare loro la possibilità di tornare nella comunità internazionale'.

Non un bel viatico per i colloqui che si svolgono oggi a Kiev e che forse segnalano anche qualche crepa all'interno del governo ucraino. Probabilmente la situazione che si sta verificando a Severodonetsk segna il momento che vivono gli ucraini in maniera pesante. L'evacuazione dei civili rifugiati nello stabilimento chimico Azot non sta funzionando o comunque procede ad un lento ritmo. Gli ucraini infatti vorrebbero che le persone potessero andare nelle zone da loro controllate cosa che i russi hanno escluso. La parola dunque rimane alle armi con Zelensky che non ha mancato di invocare artiglieria pesante e razzi. Sulla questione è intervenuto il segretario generale della Nato, Stoltenberg: ' stasera incontreremo il ministro della Difesa Ucraina per discutere proprio del tipo di armi che servono e come consegnarle'.

Dello stesso tenore le parole del segretario alla Difesa americano Lloyd Austin: ' Siamo qui per sostenere l'Ucraina, darle ciò di cui ha bisogno per difendersi. Non possiamo permetterci di perdere slancio. Siamo in un momento critico. La Russia ha cambiato strategia e non dobbiamo sottovalutare le sfide per l'Ucraina: dobbiamo intensificare gli aiuti a Kiev. L'invasione russa non è solo un pericolo per l'Ucraina ma una minaccia per la sicurezza europea'.