Biden a Bruxelles avvisa Mosca: «Risponderemo all’uso di armi chimiche da parte della Russia»

Ieri è stata la giornata dei vertici. Prima quello della Nato con uno Stoltenberg che ha “avvisato” la Cina: «Non dia supporto militare alla Russia» ; e poi si è mostrato sempre più deciso sulla linea della “fermezza” contro Mosca: «Siamo pronti a inviare a Kiev nuovi dispositivi anti carro, difese anti missili e droni». A seguire c’è stato il G7 che ha messo sul piatto nuove sanzioni e condannato la decisione di Mosca di far pagare il gas in rubli.

G7, Europa e Alleanza Atlantica concordi Battaglie a Mariupol e nei porti del mar Azov

«L’attacco della Russia minaccia la sicurezza globale». È metà pomeriggio quando la NATO diffonde il comunicato fin qui più duro dall’inizio della guerra, cominciata esattamente un mese fa. Lo fa al termine dell’incontro straordinario a Bruxelles, a cui ha fatto seguito il vertice straordinario del G7 e il Consiglio europeo, il tutto alla presenza del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden.

«La violazione da parte della Russia del diritto internazionale rende il mondo meno sicuro e la retorica di Putin che minaccia un’escalation è destabilizzante e irresponsabile», si legge nel testo in cui l’Alleanza atlantica definisce «incondizionato» il sostegno «all’indipendenza, alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina entro i propri confini riconosciuti dalla comunità internazionale».

Sul campo intanto si continuava a combattere, e mentre gli ucraini riuscivano a mettere fuori gioco una nave russa davanti al porto di Berdiansk, sul mar d’Azov, i russi insistevano nel bombardare Kharkiv, Mariupol e Melitopol. O almeno quel che ne rimane.

«Facciamo appello a tutti gli stati, inclusa la Repubblica Popolare Cinese, per rispettare l’ordine internazionale - prosegue il comunicato NATO - e continueremo a prendere tutte le iniziative necessarie per proteggere la sicurezza dei popoli e di ogni centimetro di territorio degli alleati». Per farlo, il presidente Jens Stoltenberg ha annunciato l’aumento dell’assistenza militare all’Ucraina, con ulteriori dispositivi anti carro, difese anti missili e droni. In ogni caso Pechino anche ieri si è astenuta al Consiglio di sicurezza dell’Onu nella risoluzione contro la Russia.

Subito dopo l’incontro tra i 30 membri dell’Alleanza atlantica, che hanno prorogato di un anno il mandato di Stoltenberg, ( che era già pronto ad assumere il ruolo di governatore della Banca centrale norvegese) c’è stato il vertice del G7, composto dai leader di Stati Uniti, Canada, Giappone, Italia, Francia, Germania e Regno Unito.

Al termine del quale il presidente del Consiglio, Mario Draghi, che ha avuto anche un bilaterale con il presidente turco Erdogan, ha rilasciato alcune dichiarazioni alla stampa.

«Si è discusso sul come affrontare il problema della sicurezza energetica e agroalimentare e la soluzione è una combinazione di diversificazione e misure di politica interna - ha detto Draghi - Occorre cambiare le fonti di approvvigionamento rispetto al gas russo ma serve poi anche un aiuto da Canada e Stati Uniti, cioè i principali produttori al mondo di gas liquefatto».

A proposito di questo, in mattina Biden aveva annunciato agli alleati l’intenzione di creare un ponte navale sull’Oceano Atlantico per garantire forniture di gas all’Europa per i prossimi due inverni.

«C’è stata unità e solidarietà», ha aggiunto il presidente del Consiglio, sottolineando che «tanto dobbiamo essere fermi nelle sanzioni quanto dobbiamo cercare la pace, perché non è possibile coinvolgere la NATO o l’Ue in una richiesta di no Fly zone sull’Ucraina».

Sul tavolo anche l’emergenza rifugiati ( in Italia sono oltre 60mila), con Biden che ha garantito l’accoglienza di oltre 100mila profughi negli Stati Uniti. E mentre a Bruxelles proseguivano gli incontri, a Mosca Putin parlava in videoconferenza con il suo consiglio di sicurezza: secondo il portavoce del governo, Dmitri Peskov, tra i partecipanti c’era anche il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, che non si vedeva pubblicamente dal 27 febbraio.

Nell’ultimo appuntamento di giornata, cioè il Consiglio europeo, i capi di Stato o di governo dei 27 paesi membri dell’Unione europea hanno discusso di ulteriori sanzioni da adottare contro Mosca, convenendo tuttavia che quelle attuali stanno già funzionando, come ribadito anche dallo stesso Mario Draghi secondo il quale «l’economia russa è fortemente indebolita» mentre «la richiesta di pagamento delle forniture di gas in rubli è una violazione dei contratti internazionali».

Ma sul prezzo dell’energia continuano le speculazioni, e per questo si sta lavorando affinché l’Ue proceda con l’acquisto di stock di energia a prezzi calmierati, sulla falsa riga dei contratti stipulati con le case farmaceutiche per l’acquisto di vaccini durante la pandemia di Covid 19.

L’obiettivo, quantomeno quello di Regno Unito e Stati Uniti, appare ormai chiaro: sostenere fino in fondo la controffensiva militare ucraina sperando in una disfatta dell’invasione russa, così da rendere probabile un’epurazione dall’interno contro Putin.

Sul campo siamo ancora lontani da quello scenario, ma ieri l’esercito di Kiev, a partire da Irpin, ha messo un altro mattoncino sulla via della riconquista delle città occupate.