Domenica 21 Dicembre 2025

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La Lega vuole la naja e arruola gli alpini. Ma Trenta non ci sta

La proposta irrita la ministra. Per la Difesa «è un’idea romantica ma inapplicabile, oggi il paese vanta dei professionisti tra le forze armate»

23 Aprile 2019, 14:31

12 Dicembre 2025, 13:21

La Lega vuole la naja e arruola gli alpini. Ma Trenta non ci sta

«Pensiamo al futuro non al passato». È affidata a fonti del ministero della Difesa la replica a Matteo Salvini che poco prima aveva invocato un ritorno alla leva obbligatoria. «Del resto il ministro Trenta è già stato molto chiaro: il ritorno alla leva obbligatoria è un’idea romantica ma inapplicabile, visto che le dinamiche sono cambiate e oggi il Paese vanta dei professionisti tra le forze armate», fanno sapere in modo stizzito da Palazzo Baracchini, sede della Difesa. È l’ennesimo scontro tra Viminale e ed Elisabetta Trenta. Perché in questa guerra a tutto spiano tra alleati di governo nessun dicastero riesce a rimanere “neutrale”. O meglio, nessun dicastero riesce a difendere i propri “confini” da “scorribande”. Così, solo pochi giorni fa Trenta e i capi delle forze armate avevano protestato contro il ministro dell’Interno, accusandolo di ingerenza in questioni non di sua competenza. Pomo della discordia: aver ordinato alle forze armate, dipendenti dal ministero della Difesa, di non far entrare nelle acque territoriali italiane le navi delle Ong con a bordo migranti provenienti dalla Libia. Disposizioni contenute in una direttiva del Viminale recapitata, oltre alla Polizia, ai Carabinieri e alla Guardia Finanza, anche allo Stato maggiore della difesa, a quello della Marina e alla Guardia Costiera.

Archiviato quell’incidente diplomatico con la collega di governo, ora il leader del Carroccio ne sfiora un altro su un nuovo tema non di sua competenza: il servizio militare. «Da settembre l’educazione civica diventerà materia obbligatoria nelle scuole e inoltre dovremo anche reintrodurre il servizio militare obbligatorio, magari nel Corpo degli Alpini», annuncia Salvini in una campagna elettorale senza fine, dove disciplina e gerarchie non la fanno certo da padrone.