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LO STESSO GIORNO, A ROMA, LA MANIFESTAZIONE INDETTA DA EUROPE FOR PEACE
Ci vediamo il 5 novembre alle 16 all’Arco della Pace a Milano per manifestare insieme contro la resa di Kiev. Perché chiedere lo stop dell’invio delle armi non vuol dire favorire la pace, ma consegnare l’Ucraina agli aggressori russi». Carlo Calenda, attraverso Twitter, suona la carica per convincere i cittadini a scendere in piazza.
Obiettivo: non sfigurare nel confronto con la manifestazione per la pace che si svolgerà praticamente in contemporanea a Roma, indetta da “Europe for Peace”, a cui hanno già aderito centinaia di sigle dell'associazionismo e sindacale, a partire dalla Cgil, oltre che il Movimento 5 Stelle. Non il Terzo polo, che ha appunto indetto una contromanifestazione a Milano per ribadire il sostegno a Kiev senza se e senza ma. Per ora, a rispondere presente all'appello di Calenda si è fatta avanti il partito della Buona destra, che il 5 sfilerà al fianco di Azione e Italia viva. «Abbiamo sostenuto le scelte del governo Draghi e siamo convinti che sia stato giusto fornire all’Ucraina armi per difendersi e riconquistare il territorio invaso dal 24 febbraio», dice Maurizio Saia, segretario nazionale della Buona Destra e già parlamentare presidente della commissione bilancio della Camera. «Siamo consapevoli dei rischi di un’escalation anche nucleare e auspichiamo il cessate il fuoco e la ripresa al più presto delle negoziazioni che tuttavia adovranno consentire all’Ucraina di recuperare il territorio che la Russia ha conquistato e ristabilire la sua sovranità su tutti i territori cosi come era prima dell’invasione. Ha ragione Carlo Calenda quando spiega che non aiutare l’Ucraina significa condannarla alla resa».
La guerra tra le piazze della pace è appena cominciata.