Con la morte di Silvio Berlusconi la famiglia del Cav ha detto stop ai versamenti mensili e alle case in comodato d'uso per le venti ragazze che partecipavano alle serate di Arcore. La notizia, anticipata dal Corriere della Sera e confermata da fonti legali, segna la fine di un'era. L'assegno di 2.500 euro, che per il leader di Forza Italia era un risarcimento per i danni di immagine patiti dalle giovani coinvolte nei processi Ruby, non verrà più corrisposto alle ex “olgettine” - Barbara Guerra, le gemelle De Vivo, Francesca Cipriani, Alessandra Sorcinelli, solo per citarne alcune - che frequentavano le cene eleganti a Villa San Martino.

I pagamenti sono già stati sospesi, mentre il contratto in comodato d'uso di chi ha usufruito per anni di un'abitazione si estinguerà a fine anno. Le prime raccomandate sarebbero arrivate nell’ultimo mese, con le ragazze che rischiano di finire ancora al centro della cronaca giudiziaria dopo lo scandalo che coinvolse l'allora premier e Karima El Mahroug portando nelle aule di giustizia il “bunga bunga”. La procura di Milano ha infatti fatto ricorso in Cassazione contro il verdetto del processo Ruby ter, conclusosi con l’assoluzione del Cav e di tutte le le ragazze accusate di falsa testimonianza: per i pm i soldi ricevuti negli ultimi dieci anni sarebbero serviti a comprare il silenzio o le menzogne su quanto accaduto ad Arcore. Ma lo stesso Silvio Berlusconi rivelò nel 2013 che l’assegno era un risarcimento per i danni che le ragazze avevano subito alla loro reputazione per essere state coinvolte nei vari processi. Il 5 marzo 2024 si discuterà davanti ai giudici della sesta sezione penale.

Barbara Guerra: “Silvio mi ha regalato la casa, perché dovrei lasciarla?”

«Io vivo all’estero, non sono fissa su Milano. Silvio Berlusconi la casa me l’ha donata, e ci vivo ancora. Me l’ha regalata, perché dovrei lasciarla?», dice a LaPresse Barbara Guerra a seguito della notizia dell’estinzione del contratto di comodato di un immobile a Bernareggio (Monza) in cui Guerra viveva. «Le promesse di Silvio nei miei riguardi erano diverse dalle ricostruzioni pubblicate sui giornali. Non è vero che ora che Silvio è morto io debba abbandonare l’immobile».

«Sono stanca di sentirmi dire cose che non sono vere e di sentirmi trattare come una pezzente che elemosina, perché io vengo da una buona famiglia. Ho sempre lavorato nella mia vita. È dal 2013 che sul mio conto bancario da Silvio Berlusconi non arriva nulla», prosegue. «Io e Silvio siamo rimasti sempre in buoni rapporti. C’era una causa aperta prima che lui morisse, che è andata in mano agli eredi. Infatti ho visto gli avvocati del Cavaliere in sede arbitrale fino a qualche mese fa». Riguardo all’assegno da 2.500 euro Guerra è categorica: «Non lo prendo dal 2013. È 15 anni che subisco in silenzio, mi sono stancata. È uno schifo, ho 45 anni e non più 25. È troppo tempo che sto zitta».

«Per me è come se avessi perso un padre, devo ancora elaborare il lutto. Volevo andare al funerale, ma non mi è stato permesso. Mi trovavo fuori da Arcore prima che lo portassero in Duomo. Ero lì davanti a piangere, non mi hanno fatto entrare. Sono tre mesi che porto i fiori ad Arcore, penso di essere l’unica», racconta ancora Guerra. Negli ultimi giorni di vita di Silvio «sono corsa in ospedale. Avevo capito che era in gravi condizioni. Volevo salutarlo ma non mi è stato possibile vederlo. L’ultima volta che l’ho visto era gennaio, mi ha regalato un quadro e mi ha abbracciato. Lui mi voleva bene».