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«Ho chiesto a tutti i ministri un cronoprogramma. Con il ministro Nordio c'è un rapporto assolutamente ottimo. Ha la mia piena fiducia, il tema della giustizia è uno dei principali e credo che quello con Nordio sarà uno dei primissimi», ribadisce la presidente del Consiglio Giorgia Meloni da Algeri. Dopo aver spazzato via ieri le voci di possibili dimissioni del guardasigilli e di malumori nella maggioranza, la premier torna sul tema degli “ascolti”: «È necessario mettere mano alle cose che non funzionano e quello che non funziona è un certo utilizzo che si fa delle intercettazioni», ma – aggiunge la premier – «non c'è bisogno di uno scontro fra politica e magistratura ed anzi bisogna lavorare insieme per trovare le soluzioni».
Già ieri Palazzo Chigi aveva confermato la propria fiducia al guardasigilli, che la premier «ha fortemente voluto a Via Arenula e con il quale mantiene contatti quotidiani». «Spiace deludere, ma il clima nel Cdm è ottimo e tutti i ministri lavorano in piena sinergia», il messaggio di palazzo Chigi, «il governo è determinato a portare avanti e ad attuare il programma di coalizione votato dai cittadini per dare all'Italia una giustizia giusta, veloce e vicina a cittadini e imprese».
Meloni ha fatto sapere di volersi occupare in prima persona del dossier e ha annunciato un incontro con l'ex pm veneziano per stilare il cronoprogramma sulle riforme inserite nel programma elettorale. L'obiettivo è quello anche di compattare la maggioranza dopo lo scontro sullo strumento delle intercettazioni e sulla eventualità di limitarne la divulgazione. Fratelli d’Italia, tramite il viceministro Andrea Delmastro, ha proposto una sanzione per i giornalisti invocando un confronto con l'Ordine per modificare il codice deontologico; la Lega ha frenato mentre Forza Italia chiede misure contro gli editori.
Nel dibattito sulla giustizia la posizione di Silvio Berlusconi è nota, il Cavaliere da tempo punta ad una riforma incisiva per mettere fine a quelli che, a suo dire, sono degli abusi insopportabili. L'ex premier non intende porre un freno alle intercettazioni su mafia e terrorismo ma anche in questi giorni che è divampato il dibattito sulla pubblicazione o meno delle intercettazioni non rilevanti il Cavaliere con diversi interlocutori si è fatto sentire. È il momento - il ragionamento dell'ex presidente del Consiglio - di intervenire per contrastare chi entra nelle case degli italiani per minarne la privacy e non ai fini delle indagini.
Una posizione espressa oggi anche dal capogruppo di FI a palazzo Madama, Licia Ronzulli. Sul tema della giustizia «ci possono essere sensibilità diverse su alcuni aspetti, ma l'obiettivo comune è quello di dare vita a una riforma seria ed efficace, che metta i cittadini al centro», ha spiegato la fedelissima dell'ex premier. Per Berlusconi questo governo rappresenta l'occasione per salvaguardare i magistrati imparziali e colpire chi, a suo dire, utilizza la giustizia a fini politici. L'ex presidente del Consiglio mette nel mirino il giustizialismo, la magistratura politicizzata e, a proposito di intercettazioni, chi attenta alla libertà. Dunque, l'intenzione è quella di difendere a spada tratta l'operato del Guardasigilli Carlo Nordio, di sostenerne l'azione a 360 gradi.
Mentre per Matteo Salvini «la riforma della giustizia deve essere fatta con gli avvocati ed i magistrati, non contro nessuno». Ed ancora: «Bisogna punire gli abusi perché usare intercettazioni per interventi politici, giornalistici o giudiziari senza nessuna rilevanza è indegno di un Paese civile. Però non voglio tornare allo scontro fra politica e magistratura, fra poteri dello Stato perché non si va da nessuna parte».
L'obiettivo nella maggioranza, a partire da Fdi, è di concordare l'azione sul tema della giustizia. Nessuna delega in bianco ma al tempo stesso nessuna presa di distanza. Anzi, da Fdi arrivano solo parole di apprezzamento nei confronti di Nordio. «Chi pensa di dividerci e creare zizzania tra membri del governo e la maggioranza si sbaglia di grosso. Siamo tutti uniti e lavoriamo compatti per dare un nuovo volto alla giustizia in questa Nazione», afferma Carolina Varchi, capogruppo di Fdi in commissione Giustizia alla Camera.
A Nordio arriva il pieno appoggio anche del Terzo Polo: «Quello che Nordio propone lo ha detto alla Leopolda prima di diventare ministro, lo ha detto nelle sedi istituzionali. Se farà quello che dice noi lo appoggeremo, perché non cambiamo idea», ha affermato l'ex ministro Maria Elena Boschi di Azione-Italia Viva. «Il ministro deve andare avanti, con convinzione e senza lasciarsi condizionare», ha osservato anche Enrico Costa.
Il responsabile di via Arenula non intende in alcun modo arretrare. Apertamente contro di lui si schiera il Movimento 5 stelle. «Ci preoccupa la prospettiva, delineata da questa maggioranza, che ci porta a ritenere che possa essere a rischio il 41 bis, che possa essere compromessa la capacità di investigare mafia e corruzione con questo dibattito che hanno aperto per limitare le intercettazioni e ci preoccupa molto, in prospettiva, anche il disegno, facendo saltare l'obbligatorietà dell'azione penale e la separazione delle carriere, di voler asservire il potere giudiziario al potere politico. Questo disegno lo contrasteremo fortemente. Sulle misure con cui contrastarlo ci riserviamo una valutazione», spiega il leader M5S Giuseppe Conte.
Alla vigilia di nuovi interventi (in settimana sono stati apportati dal Cdm i primi correttivi sulla riforma Cartabia) in primis sull'abuso d'ufficio, con Lega e FI che puntano all'abolizione del reato mentre Fdi vorrebbe delle modifiche della legge.