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Il Governatore della Regione Puglia Michele Emiliano durante la trasmissione Cinque Minuti
Il sostituto procuratore di Bari, Savina Toscani, al termine delle indagini preliminari nel procedimento penale nei confronti dell’ex giornalista de La Gazzetta del Mezzogiorno Nicola Pepe, ha fissato l’udienza di comparizione predibattimentale per il 14 aprile 2025. Pepe è accusato rivelazione di segreti di ufficio. Secondo l’ipotesi della procura, dopo essere venuto a conoscenza dell’esistenza di un procedimento penale a carico di Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia (per i reati di finanziamento illecito della campagna elettorale relative alle primarie del Pd del 2017 e di abuso di ufficio, per cui poi è stato assolto dal tribunale di Torino nel 2023 “per non aver commesso il fatto”) e della imminente esecuzione, da parte dell’autorità giudiziaria, di alcuni provvedimenti di acquisizione di documentazione, di perquisizione e sequestro nell’ambito dello stesso procedimento, si sarebbe recato negli uffici della presidenza della Regione e avrebbe riferito a Emiliano quanto da lui appreso.
Sempre secondo la procura, Pepe avrebbe saputo di questi dettagli all’interno della redazione de La Gazzetta del Mezzogiorno, in qualità di redattore della pagina internet della testata giornalistica. E avrebbe detto che «giovedì mattina si sarebbe “ballato” in Regione», in quanto il governatore sarebbe stato destinatario di una perquisizione domiciliare e negli Uffici di presidenza da parte della guardia di Finanza. Pepe avrebbe anche riferito, sostiene il pm, «che l’imputazione a fondamento della perquisizione non era più quella del finanziamento illecito ai partiti, ma il reato di abuso di ufficio, in quanto la finanza aveva di recente scoperto dell’esistenza di alcuni provvedimenti che la Regione Puglia aveva emesso» in favore di un imprenditore foggiano ( poi assolto). In questo modo, per l’accusa, Pepe avrebbe posto in essere atti «idonei a eludere le indagini in corso, arrecando un grave nocumento all’attività investigativa consistito in un ritardo nella esecuzione dei predetti provvedimenti e nella conoscenza da parte degli indagati dell’indagine a loro carico e dei provvedimenti da eseguirsi - che si verificava nonostante la denuncia sporta dal presidente Emiliano all’autorità giudiziaria, quello stesso giorno, per rivelazione dei segreti di ufficio». Nell’udienza, che sarà celebrata dinanzi al giudice Valentina Tripaldi, risultano parti offese il ministero della Giustizia e il giornalista Massimiliano Scagliarini.