Il tribunale dei Ministri di Brescia ha archiviato la posizione del presidente della Lombardia, Attilio Fontana, nell'ambito dell'inchiesta della procura di Bergamo sulla gestione della prima fase della pandemia da Covid. Era stata la stessa procura di Brescia, guidata da Francesco Prete, a chiedere nei giorni scorsi l'archiviazione di Fontana, dell'ex assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera e degli altri undici indagati, tra cui diversi tecnici romani. Le posizioni dell'ex premier Giuseppe Conte e dell'ex ministro della Salute Roberto Speranza sono già state definitivamente archiviate lo scorso giugno. 

Secondo i pm bresciani l’epidemia colposa non si configura in quanto, anche sulla scorta della recente giurisprudenza, è un reato commissivo mentre nel caso di specie sono state contestate omissioni. Omissioni che per altro non sono state ravvisate nel parere dei pubblici ministeri, in quanto nei giorni precedenti la chiusura totale dell’Italia erano arrivate proposte e ci si era attivati per cercare di contenere la diffusione del virus. «La contestazione al presidente della Regione Lombardia di non aver introdotto la zona rossa nei comuni di Nembro e Alzano - scrivono i giudici - è, anche astrattamente, infondata».

Le posizioni di Fontana e degli altri 12 indagati erano state trasmesse dalla Procura bergamasca per una questione procedurale, ma già giorni scorsi la Procura bresciana aveva chiesto l’archiviazione, dopo quella avvenuta nelle scorse settimane dell’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dell’ex ministro della Sanità, Roberto Speranza.

Il tribunale dei ministri ha invece rimandato gli atti alla Procura sull’accusa di rifiuto d'atti d'ufficio per non aver applicato il piano antinfluenzale del 2006 a carico di Borrelli, Brusaferro, D'Amario, Gallera e di Luigi Cajazzo.

«Una ventata di verità, per me e per chi con me ha lottato in prima linea contro il Covid - ha scritto su Facebook Fontana - Su questa indagine una certa parte politica ha costruito per anni una campagna di vero e proprio odio contro la Lombardia e contro il nostro operato: nelle pagine della sentenza di archiviazione vedo smontate molte delle troppe bufale costruite ad arte su quei mesi drammatici che hanno sconvolto le nostre comunità e provocato un immenso dolore a tante famiglie».