L’INCHIESTA

MARINA OVSYANNIKOVA

MOSCA

Le strutture di potere della Russia putiniana hanno, ormai, il controllo totale sulla popolazione.

I In Russia processi a porte chiuse e psichiatria punitiva per i pacifisti

La “giustizia” di Putin oggi scimmiotta quella dei tempi bui dello stalinismo Boom di detenzioni preventive e somministrazione forzata di psicofarmaci

MARINA OVSYANNIKOVA

MOSCA

Le strutture di potere, in condizioni che potremmo definire di dittatura militare, hanno, ormai, il controllo totale sulla popolazione russa. Ogni dissenso, come ai tempi di Stalin, è severamente represso.

Il Cremlino perseguita politici e attivisti che si schierano contro la guerra. E lo fa con l'ausilio di giudici e di psichiatri.

Il politico Ilya Yashin, 39 anni, dalla cella in cui si trova, ha esposto su un pezzo di carta la scritta ' No alla guerra'.

Ma i russi non hanno avuto la possibilità di vederlo. Il giudice del tribunale di Mosca ha disposto che il processo si svolgesse a porte chiuse.

Successivamente, in un video inviato ai media controllati dallo Stato, il cartello esposto da Yashin è stato coperto da un quadrato bianco.

«Sono l'unico seduto in questo centro di detenzione preventiva per aver definito la guerra come tale. Quando dico che ora sto scontando dieci anni di reclusione, poche persone stentano a crederlo, perché i veri banditi, i veri criminali, a volte ottengono condanne meno pesanti. Ma non mi nascondo: molti criminali sembrano persone più simpatiche rispetto ai giudici che prendono decisioni deliberatamente illegali».

Queste parole sono state pronunciate da Yashin in tribunale.

Il giudice ha respinto il ricorso presentato dal suo avvocato contro l'arresto, ritenuto illegale. Il deputato municipale ( e dissidente politico) Ilya Yashin è in carcere da quasi un mese.

Il prossimo 11 settembre in Russia si terranno le elezioni regionali e comunali. Il Cremlino ha avviato una vera e propria caccia ai candidati dell'opposizione, che, come Yashin, contestano la guerra. Secondo OVD- info, circa quaranta persone sono state rimosse dalla competizione elettorale per aver esibito i simboli del “Fondo anticorruzione” di Alexei Navalny ( considerato dalle autorità come un vero e proprio “estremista”). Il caso più clamoroso si è verificato a Mosca. Sull’automobile del rappresentante del distretto di Jakimanka, Andrey Morev, appartenente al partito “Yabloko”, è stato incollato un adesivo con il simbolo “Smart Voting” di Alexei Navalny. Nei suo confronti è stato avviato subito un procedimento amministrativo. L’accusa?

Aver mostrato “simboli estremisti”. Per questo motivo è stato rinchiuso per quindici giorni in un centro di detenzione preventiva.

Per punire gli attivisti contro la guerra le autorità russe si avvalgono non solo di tribunali controllati, ma anche della psichiatria punitiva.

La giornalista di RusNews Maria Ponomarenko ha riferito che le sono stati somministrati, con la forza, contro la sua volontà, degli psicofarmaci dopo essere stata sottoposta ad una visita psichiatrica.

Ora la giornalista, madre di due figli minorenni, si trova nel centro di custodia cautelare a Barnaul. Contro di lei è stato avviato un procedimento penale per falsi sull'esercito.

Un'artista di San Pietroburgo, Sasha Skochilenko, è stata sottoposta allo stesso esame psichiatrico quando ha sostituito i cartellini dei prezzi all’interno di un negozio con alcuni adesivi e volantini contro la guerra. Anche lei ora è in carcere in base alla legge sui falsi.

Un altro attivista contro la guerra, Vyacheslav Koshelev, è stato mandato in un ospedale psichiatrico su ordine del tribunale con l'accusa di aver preso a calci un poliziotto. Ma non è finita qui. Anche il ventunenne Ivan Rampe ha dovuto fare i conti con la psichiatria punitiva.

Nello scorso marzo ha mostrato un poster pacifista al centro televisivo di Ostankino. I dipendenti dell'ufficio di registrazione e arruolamento militare sono andati a casa sua per farlo sottoporre ad una visita psichiatrica. Ivan, però, è riuscito a fuggire e a ottenere asilo politico in Croazia.

I processi farsa e la psichiatria punitiva finiranno nei libri di storia.

Quando il culto di Putin sarà sfatato, tutto questo diventerà un simbolo dell'era totalitaria e dell'illegalità che si consuma nei tribunali controllati, della mancanza di libertà di parola e della negazione della competizione politica.

I DISSIDENTI ILYA YASHIN E MARIA PONOMARENKO