La Corte d’Appello di Brescia cercherà informazioni sulle condizioni carcerarie in Belgio prima di decidere se consegnare Silvia Panzeri - figlia dell’ex eurodeputato Antonio Panzeri arrestata lo scorso 9 dicembre su mandato di arresto europeo - alla magistratura belga, che l’ha indagata nell’ambito dell’inchiesta per traffico d'influenza che ha scosso il Parlamento europeo.

I giudici infatti hanno accolto la mozione della difesa, i legali Angelo De Riso e Nicola Colli, che hanno chiesto di valutare le condizioni delle carceri belghe in merito alle “criticità” emerse di recente “con riferimento al sovraffollamento”.

I difensori hanno fatto riferimento al possibile mancato rispetto della Convenzione dei Diritti dell’Uomo. E i giudici hanno dato incarico al “ministero della Giustizia a fare ricerche per poter acquisire documenti per poter appurare che siano rispettate le regole rispettate in Italia”. Su quanto verrà acquisito nei prossimi giorni, la Corte deciderà nell’udienza fissata per il 3 gennaio 2023.

«Siamo soddisfatti, i giudici della seconda sezione della corte d'appello di Brescia hanno accolto la nostra istanza e concesso un rinvio al 3 gennaio», dichiara Angelo De Riso,  che insieme all'avvocato Nicola Colli difende Silvia Panzeri. 

La condizione delle carceri in Belgio

Il personale penitenziario in Belgio si lamenta regolarmente della carenza cronica di personale, della bassa retribuzione e delle pessime condizioni. Alcune carceri della capitale Bruxelles sono state colpite da scioperi ogni mercoledì nelle ultime settimane.

Silvia Panzeri, avvocato, 38 anni, deve rispondere di associazione a delinquere, corruzione e riciclaggio di denaro a Bruxelles. Suo padre è detenuto in un carcere belga da oltre una settimana perché sospettato di aver accettato denaro o doni per cercare di esercitare influenza politica al parlamento Ue per conto del Qatar o rappresentanti marocchini. I giudici italiani hanno stabilito ieri che sua madre, Maria Dolores Colleoni, potrebbe essere consegnata alle autorità belghe con un mandato d'arresto che citava il suo ruolo nella gestione dei doni dal Qatar e dal Marocco.

Antonio Panzeri e altre tre persone sono stati accusati di corruzione, partecipazione a un gruppo criminale e riciclaggio di denaro. L’ex vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, rimane in custodia in Belgio in attesa di un’audizione giovedì. Il suo mandato è stato interrotto dal parlamento Ue la scorsa settimana. In carcere anche il suo compagno, Francesco Giorgi, consigliere parlamentare.

Della vicenda è stato accusato anche Niccolò Figà-Talamanca, segretario generale dell'organizzazione non governativa Non c'è pace senza giustizia. È stato rilasciato dalla prigione ma deve indossare un braccialetto di monitoraggio elettronico.