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TOMMASO CALDERONE POLITICO
«Ho avuto modo di leggere una circolare di una Procura della Repubblica nella quale vengono dettate le linee guida di interpretazione sulla recente legge sulla durata delle intercettazioni, non credevo ai miei occhi».
Comincia così la dichiarazione di Tommaso Calderone, capogruppo di Forza Italia in commissione Giustizia alla Camera, in riferimento a una circolare della Procura di Messina in cui di fatto il procuratore indica alcune linee guida sulla legge sulle intercettazioni non solo ai suoi pm e ai suoi sostituti, ma anche a Ordine degli avvocati e Camera penale e, soprattutto, ai colleghi giudici (cioè al presidente del Tribunale), come se la Procura e il suo vertice potessero dare indicazioni ai giudici.
«Una legge entrata in vigore da pochi giorni e già le Procure dettano le linee guida quasi la la legge fosse stata scritta dalle Procure – prosegue Calderone – Ma vi è un dato che lascia senza fiato: la Circolare viene indirizzata ai magistrati giudicanti».
Non solo. «La Procura che dice ai giudicanti come interpretare la legge – aggiunge l’esponente azzurro – Con questa circolare si è svelato l’arcano: questo strepitoso documento è stato inviato anche all' Ordine degli avvocati e alle Camera Penale. Insomma tutti si dovrebbero adeguare al pensiero “eletto” della Procura. Io non ho più parole».
Per poi terminare con una chiosa “ironica” che non lascia spazio a interpretazioni ma dalla quale si percepisce tutta l’amarezza di Calderone.«Bisognerebbe separare le Regioni non le carriere – scrive – Se un Pm è in Sicilia il gip dovrebbe stare in Sardegna».