Per il procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri, sulle intercettazioni il ministro della Giustizia Carlo Nordio parla «come un disco rotto». Lo ha detto il magistrato calabrese a "La Repubblica delle idee" in corso al Palazzo Reale di Napoli. «Poco prima che si insediasse il governo Meloni - ha ricordato Gratteri - il non ancora ministro Nordio dice che le intercettazioni costano troppo e vanno modificate. Si insedia il Governo e il 15 dicembre il ministro firma un listino prezzi delle intercettazioni telefoniche. A gennaio va in Parlamento e dice che costano troppo. Ma come, il 15 dicembre hai firmato il listino prezzi, perché l'hai firmato se costano troppo? Poi in Parlamento usa il termine aulico di 'sputtanamento'» ha aggiunto il capo della procura più grande d’Italia.

«Sfido chiunque a dirmi che, dopo la riforma Orlando, ha letto sui giornali di un'intercettazione intima di un indagato. Poi dice nessuno vuole limitare le intercettazioni per i mafiosi o per il terrorismo. E ci mancherebbe pure. Però in questo ragionamento c'è uno spazio, perché noi magistrati siamo allenati a valutare le pause, il non detto, la virgola. E come un disco rotto più volte ha detto non saranno toccate intercettazioni su terroristi e mafia, ma si dimentica di spiegare cosa intende fare per le intercettazioni per i reati che riguardano la pubblica amministrazione. Su questo non dice nulla. Ieri sappiamo qual è l'intendimento in Paramento: l'onorevole Costa ha proposto la non possibilità per il pm di chiedere al giudice l'autorizzazione all'uso del trojan per i reati contro la pubblica amministrazione. Perché, qual è il problema, di cosa avete paura? Non è grave un reato di corruzione o concussione? Non c'è indagine di mafia in cui non ci sia un politico, un pubblico amministratore attore protagonista del disegno criminoso. Se così stanno le cose, se questa è la realtà in Italia, perché limiti le intercettazioni sulla pubblica amministrazione? Di cosa avete paura, di che vi preoccupate?" ha concluso Nicola Gratteri.