“Credo che il mondo penitenziario vada profondamente ripensato e rivisto. Spesso i nostri istituti sono 'criminogeni', E questo, nonostante, tutte le iniziative, di tipo sociale, scolastico, culturale, lavorativo che si sono adottate e si adottano”. Così il pg di Torino, Francesco Saluzzo, che intervenendo all'inaugurazione dell'anno giudiziario.

“Uno Stato che perda la scommessa di creare nel carcere le condizioni, che poi siano accolte e coltivate o meno, questo è altro profilo, per una vera rieducazione, è uno Stato che tradisce un aspetto del 'patto' con la collettività”, ha osservato. “Le nostre carceri stentano ancora a creare circuiti differenziati, soggettivamente orientati, anche a seconda della recidiva, del primario, del tipo di reato - ha proseguito - astrattamente vi sarebbero ma poi le condizioni effettive impongono, come per tutte le cose del nostro Paese e per la stessa giustizia, aggiustamenti, soluzioni di emergenza, provvisorie che divengono eterne. Il malessere che vi regna ha portato ad individuare, il mio stesso Ufficio ne ha avocati più d'uno, Torino, Biella, Ivrea conducono indagini sul punto, episodi di sopraffazione, di violenza da parte del personale nei confronti dei detenuti ed a situazioni di vera e propria aggressione e ribellione di detenuti verso il personale”.

Sulla situazione carceraria si è soffermato nel suo intervento anche il presidente della Corte d'Appello di Torino, Edoardo Barelli Innocenti che ha sottolineato: “Nel nostro distretto, che vede la presenza di un numero di istituti di pena pari al doppio della media, il sovraffollamento e tuttavia inferiore alla media nazionale (2,7% rispetto al 9,6%) ma questo non toglie che occorra maggiore attenzione alla vita all'interno del carcere, sia per i detenuti, il cui tasso di suicidi è purtroppo in aumento, che per gli agenti e gli educatori, che troppo spesso operano in condizioni difficili le quali, talvolta e purtroppo, offrono una falsa giustificazione a comportamenti che sono assolutamente intollerabile e da perseguire penalmente perché lesivi della dignità umana che deve essere sempre tutelata, specialmente per chi ristretto in carcere e quindi affidato alla sorveglianza dello Stato”. 

Il pg Saluzzo ha rivolto anche un “accorato appello” al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, perché in tema di intercettazioni si migliori, se necessario lo strumento, ma non lo di depotenzi. “Ho troppo rispetto signor Ministro per la sua lunga esperienza professionale per dover dire che le indagini molto spesso 'si costruiscono' dal basso”, ha osservato Saluzzo. “Perciò le rivolgiamo un accorato appello affinché, dando mostra di volersi fidare dei magistrati, intervenga là dove vi siano ancora spazi di miglioramento per un più rigoroso esame dei presupposti e della prosecuzione e per una migliore tutela del dato, anche per la preservazione della privacy. Altro no”.