ILA NOMINA DI FRANCESCA NANNI

GIOVANNI MARIA JACOBAZZI FRANCESCA NANNI PRIMA MAGISTRATA A CAPO DELL’UFFICIO DEL CAPOLUOGO LOMBARDO

La nomina dopo quelle di Cartabia e Cassano. Intanto Reale ( Anm) si scaglia contro le terze elezioni suppletive: «Il Consiglio va sciolto»

Francesca Nanni è il nuovo pg di Milano. Subentra a Roberto Alfonso, congedatosi dalla magistratura lo scorso febbraio. È la prima volta che una donna va a ricoprire l’incarico al vertice della Procura generale del capoluogo lombardo. Un’altra “crepa nel soffitto di cristallo”, per usare un’efficace espressione della segretaria del Pd milanese Silvia Roggiani, fra i tanti esponenti politici — dall’ex presidente della Camera Laura Boldrini ad Andrea Orlando — che hanno notato la decisione arrivata ieri dal plenum del Csm. Un colpo al tabù delle donne ai vertici della Giustizia dopo quelli arrivati con la presidenza di Marta Cartabia alla Consulta, con la nomina di Margherita Cassano a presidente aggiunto della Cassazione e con Maria Masi al vertice del Cnf. Nanni, ex capo della Procura di Cuneo e attuale procuratore generale a Cagliari, ha ottenuto ieri, dal Csm, 14 voti, contro gli 8 andati all’altro candidato, Fabio Napoleone, oggi sostituto pg a Milano. In magistratura dal 1986, Nanni nella sua carriera ha lavorato anche alle Procure di Sanremo e di Genova.

Solita lite sulle chat. La nomina del nuovo procuratore presso il Tribunale dei minori dell’Aquila, invece, è stata l’occasione per una nuova puntata delle famigerate chat dell’ex presidente Anm Luca Palamara. Un tormentone destinato ad accompagnare l’attività del Csm anche per i prossimi mesi. Con 10 voti a favore, 9 astenuti e 5 contrari, il Csm ha scelto il pm della Procura del capoluogo abruzzese David Mancini. Rispetto a questa pratica, però, il togato di Area Giuseppe Cascini aveva avanzato una richiesta di ritorno in commissione, sottolineando che Mancini aveva delle “chat di autopromozione con l’ex consigliere Palamara”. A favore del “riesame” anche Nino Di Matteo che ha parlato di rinvio “doveroso anche alla luce delle conversazioni intrattenute da Mancini con Palamara”. Secondo il laico indicato dalla Lega Stefano Cavanna, il Csm dovrebbe darsi “delle regole per affrontarlo in tutte le sedi e in tutte le commissioni, in modo da garantire uniformità di trattamento”. Sul punto è intervenuto anche il vicepresidente David Ermini, sottolineando che devono essere esaminate “tutte le chat, nessuna esclusa” ma che “va data omogeneità agli accertamenti, anche assicurando piena garanzia al contraddittorio”. Ermini ha annunciato che intende convocare i presidenti di tutte le commissioni per arrivare a criteri stabili: “Se non ce li diamo noi saranno presentati ricorsi e sarà il giudice amministrativo a darci le regole”.

Reale ( Anm): il Csm va sciolto. Intanto, alla vigilia della riunione per la nomina del nuovo presidente dell’Anm, il Dubbio ha interpellato Andrea Reale, giudice a Ragusa e neoeletto al “parlamentino” dell’associazione con Articolo 101, il gruppo “anticorrenti”. “È una farsa”, ha esordito Reale a proposito della decisione del Csm di voler procedere con la terza elezione suppletiva per sostituire il dimissionario Marco Mancinetti. “Lo scioglimento del Csm è l’unica soluzione per uscire da questo stillicidio: se escono fuori altre chat che succede? Si procede con la quarta tornata? Le correnti continuano a mantenere il controllo dell’organo di autogoverno della magistratura', ha incalzato. Riguardo alla riforma del sistema elettorale dei togati in discussione in Parlamento, con la previsione del ballottaggio, “il sistema sarà peggio di prima”, sostiene Reale, “perché si lascerà alle due correnti più forti il controllo sulla scelta della componente togata, mentre il sorteggio che è stato previsto assumerà un ruolo estremamente residuale e sostanzialmente inefficace nella selezione dell’elettorato passivo e nella possibilità che i candidati così individuati possano essere eletti. Ci sono dei consiglieri che dovevano rassegnare le dimissioni, i cui nomi sono venuti fuori dalla chat di Palamara e che non hanno mai fornito spiegazioni chiare. Alcuni di questi consiglieri compongono la sezione disciplinare. Con quale credibilità? Se io mi trovassi davanti a loro non avrei fiducia”, ha ricordato quindi Reale, secondo il quale “i colleghi sono sdegnati'.

E sulla futura giunta Anm, attesa da settimane, “le correnti hanno voluto concordare un programma evanescente prima di nominare, come sarebbe previsto dallo statuto, il presidente e non sono riuscite neanche a indicare una figura capace di attuarlo: se dovesse passare questo indirizzo, staremo certamente all’opposizione”.

“Non c’è stata ad oggi alcuna autocritica sul correntismo”, è il senso dell’analisi di Reale, “si è voluto chiudere tutto con la radiazione di Palamara, divenuto un capro espiatorio, rischiando di fare passare anche lui come una vittima del sistema, benché ne sia stato uno dei tanti artefici.

GIOVANNI MARIA JACOBAZZI