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TOMMASO CALDERONE POLITICO, ENRICO COSTA POLITICO
Forza Italia non molla. Nonostante il governo abbia chiesto ai deputati Enrico Costa e Tommaso Calderone di ritirare, come al resto di tutta la maggioranza (Lega, Fratelli d’Italia, Noi Moderati), i loro emendamenti alla legge di conversione del dl sicurezza i due annunciano che non metteranno le questioni nel cassetto. Le modifiche al decreto legge proposte dagli azzurri puntavano tutte a inserire elementi garantisti nei codici di rito. Tra queste: escludere la custodia cautelare per gli incensurati qualora l'esigenza cautelare avesse riguardato esclusivamente il pericolo di reiterazione di reato; eliminare la “colpa grave” dalle ragioni che impediscono di ottenere il risarcimento per ingiusta detenzione; in materia di misure di prevenzione estendere da 10 a 30 giorni il termine per il ricorso in Cassazione; impossibilità di dichiarare un ricorso inammissibile dalla Cassazione se è maturata una causa estintiva del reato tra il secondo e terzo grado di giudizio; così come per chi è stato sottoposto ad una ingiusta detenzione, prevedere anche per colui che ha subìto una misura di prevenzione personale un'equa riparazione.
Abbiamo chiesto a Enrico Costa se abbia vissuto in maniera indolore questa ennesima richiesta dell’Esecutivo rispetto a suoi slanci in avanti sul piano delle tutele: «Indolore sicuro no. Avevamo lavorato molto su questi emendamenti che da un lato non intaccavano affatto l'impianto complessivo della norma ma dall’altro lato la completavano in senso garantista. Diciamo che ci ho fatto l’abitudine ma comunque non rinuncio, in quanto intanto presenterò degli ordini del giorno».
Ha aggiunto Tommaso Calderone: «Ci hanno chiesto di ritirare gli emendamenti per velocizzare un decreto che si occupa di sicurezza e che quindi va convertito velocemente nell'interesse dei cittadini. È ovvio che alla prima occasione utile riproporremo gli emendamenti ritirati che riguardano materie e argomenti su cui non intendiamo indietreggiare in alcuna maniera. Prima fra tutte la riforma della custodia cautelare».
Ricordiamo che proprio Calderone è il primo firmatario di una proposta di legge che punta a modificare l’articolo 299 del codice di procedura penale, intervenendo nella parte che prevede, tra le esigenze, il rischio di reiterazione del reato, escludendo però i reati di maggiore allarme sociale, come mafia e terrorismo e quelli a sfondo sessuale. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio aveva detto, rispondendo a una interrogazione, che su tale previsione ci sta lavorando la commissione ministeriale Mura. Ma diversi elementi lasciano immaginare che via Arenula non potrà presentare le proprie proposte a breve..
Comunque nella riunione di maggioranza della scorsa settimana per gli azzurri era presente il vicepresidente della Commissione Giustizia Pietro Pittalis, che ci ha spiegato: «Il governo ha assicurato di voler dare parere favorevole agli ordini del giorno presentati sulle stesse questioni oggetto degli emendamenti da noi ritirati» per economia parlamentare.
Intanto ieri è proseguito nelle commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia il voto sui 500 emendamenti delle opposizioni su cui il governo ha espresso parere negativo. Dunque il testo arriverà blindato la prossima settimana nell’aula di Montecitorio, dov’è atteso lunedì 26 maggio per la discussione generale. Dovrà poi passare al Senato ed essere convertito entro il 10 giugno.
Tra le prime proposte di modifica bocciate quella di Avs, a firma di Devis Dori e Filiberto Zaratti, secondo cui il saluto romano dovrebbe essere considerato a tutti gli effetti come «espressione del partito fascista vietato dalla Costituzione». I due deputati hanno annunciato: «Ripresenteremo in Aula la nostra proposta per ricordare a questa destra che la nostra è una Repubblica antifascista nata dalla Resistenza».