«Il Cnf condanna fermamente ogni forma di violenza e terrorismo, e si unisce alla comunità internazionale nel chiedere il rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi e nell'esortare tutte le parti coinvolte a porre fine a qualsiasi azione che possa mettere in pericolo la vita e la sicurezza delle persone. È fondamentale che tutti i soggetti coinvolti in questo conflitto complesso, Israele e Palestina, pongano fine a questa spirale di violenza e si impegnino in un negoziato costruttivo al fine di raggiungere una soluzione pacifica e duratura per i rispettivi popoli». Così in una nota il Presidente del Consiglio Nazionale Forense, Francesco Greco.

Ad intervenire sulla guerra in corso per chiedere un immediato cessate il fuoco è anche l'Associazione giuristi democratici, per la quale «condannare l'aggressione compiuta da Hamas, di cui pure si possono comprendere le ragioni, come sostenuto da voci di indiscutibile serietà quale quella di Raji Sourani, avvocato per i diritti umani in Gaza, avvenuta però con metodi e atti contrari anche alla peggior concezione delle azioni di guerra, con bersagli prevalentemente civili, non significa né condannare la resistenza palestinese, ad esempio quella dell'Anp, né legittimare l'azione repressiva passata e presente di Israele. Repressione che oggi, oltretutto, si abbatte finanche sull'edificio dell'Ordine degli avvocati di Gaza City, in macerie dopo essere stato bombardato, in flagrante violazione delle leggi e delle convenzioni internazionali: un crimine di guerra ai sensi dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale (ratificato dai palestinesi, ma non da Israele), trattandosi di un'organizzazione sociale e non governativa a difesa dei diritti umani, e non di un obiettivo militare, come evidenziato dagli stessi Colleghi di quell'Ordine ai quali esprimiamo la nostra massima solidarietà e vicinanza», si legge nella nota. «Possiamo e dobbiamo, dunque, dire poche cose, ma chiare va ribadito il diritto del popolo palestinese ad avere un proprio territorio, secondo il principio 'due popoli, due Stati', senza che ciò, naturalmente, significhi la cancellazione dello Stato di Israele (come Hamas continua a sostenere); ciò significa anche - spiega la nota - riaffermare che è del tutto legittima la resistenza palestinese contro l'occupazione da parte israeliana e in particolare contro gli insediamenti dei coloni; va ribadita con forza la condanna dell'attacco di Hamas con le drammatiche conseguenze che sono davanti agli occhi di tutti e tutte, con eccidi di civili, incendi e distruzioni di edifici e va ribadito che queste azioni costituiscono veri e propri crimini di guerra, contro l'umanità; va impedito, con una forte pressione politica da parte della comunità internazionale, che Israele continui a compiere azioni di rappresaglia, come quelle già in atto, che costituiscono, a loro volta, veri e propri crimini di guerra, in particolare il blocco di viveri, energia elettrica, assistenza medica».

Ancora, sottolineano i giuristi democratici, «bisogna indurre con una pressione dell'opinione pubblica italiana il Governo a richiedere all'Onu un intervento immediato volto a ottenere un cessate il fuoco che impedisca ulteriori violazioni del diritto internazionale e che abbia come primo obiettivo il rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas e il ripristino di condizioni dignitose di sopravvivenza per la popolazione di Gaza. Queste ci paiono le condizioni minime per poter tornare alla ricerca di una soluzione che è altrimenti destinata a diventare sempre più violenta e incontrollabile».