“La mafie sono un problema culturale, quando parlo in scuola ai ragazzi, parlo di soldi, non di morale ed etica. Si è perdenti quando si parla di morale, si deve dire quanto guadagna un panettiere o un corriere di droga. Un corriere per portare una partita di droga a Milano incassa 1500 euro e rischia 5 anni di carcere, un idraulico rischia al massimo di non essere pagato in tempo. Oggi i ragazzi, grazie al consumismo di multinazionale, vedono i docenti come sfigati, il loro modello è il cafone con il Suv da 100 mila euro, quello è il modello vincente”. Parola di Nicola Gratteri, neo procuratore di Napoli, intervenendo all’evento Etica, legalità, economia, organizzato da Intesa San Paolo nella città partenopea. 

Il problema, per il super pm sbarcato da poco nella procura più grande d’Europa – dunque è un decadimento culturale, dal momento che i governi di ultimi decenni non hanno voluto investire in istruzione. “C'è analfabetismo in Italia, le scuole sono solo progettifici, non si insegna l'italiano, la filosofia e ogni anno i dirigenti invitano magistrati per giornata della legalità, lasciatela stare per un anno, più utile portare i ragazzi, portare ore in comunità per parlare con i tossici, se sono favorevoli a legalizzazione droghe no filosofi che incitano a dire che la marijuana non fa male. Portiamoli a parlare con gli anziani, solo così formiamo nuove generazioni”. “I genitori sono ignoranti - aggiunge Gratteri -, i 40enni vogliono fare i 25enni, se non si fa scuola a tempo pieno, insegnando il valore della lettura, del cinema, se non si fa vedere che c'è alternativa alla fiction della sera prima, magari violenta, se vedo ragazzi di medie che si ispirano al killer tv della sera prima, non è cultura ma solo business”.

Quindi l’affondo. “Bisogna capire se i governi hanno la volontà e la competenza di creare un sistema giudiziario proporzionato alla realtà criminale, nel rispetto della Costituzione. Per prima cosa dobbiamo sapere e stabilire e capire se c'è la volontà di creare un sistema giudiziario proporzionato, in modo tale che non sia conveniente delinquere”, dice l’ex procuratore di Catanzaro. “La gente deve capire se, denunciando, c'è un sistema giudiziario in grado di garantire sicurezza - argomenta - e un processo, in tempi ragionevoli, in un anno e non in sei o sette anni”. Per Gratteri bisogna “investire e cambiare le regole del gioco". Il capo della procura di Napoli auspica quindi “una politica che abbia una visione da qui a cinque o a dieci anni, che faccia una programmazione”.