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CORTE COSTITUZIONALE PALAZZO DELLA CONSULTA CONSULTA
La Corte costituzionale ha dichiarato infondate le questioni di legittimità sull’abrogazione del reato di abuso d’ufficio, introdotta dalla legge 114 del 2024. È quanto emerge dall’esito dell’udienza pubblica tenutasi ieri e conclusasi con la camera di consiglio, che ha visto coinvolte 14 autorità giurisdizionali, tra cui la Corte di cassazione.
La Consulta ha dichiarato ammissibili solo le questioni che facevano riferimento agli obblighi internazionali derivanti dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione, nota come Convenzione di Merida.
Nel merito, tuttavia, ha ritenuto infondate le obiezioni, stabilendo che dalla Convenzione non deriva alcun obbligo giuridico a mantenere nel proprio ordinamento il reato di abuso d’ufficio, né un divieto di abrogarlo qualora già previsto.
La decisione chiude, almeno sul piano costituzionale, un dibattito giuridico e politico molto acceso, riacceso dopo l’abrogazione dell’articolo 323 del Codice penale, che puniva l’abuso di potere da parte dei pubblici ufficiali in violazione di norme o regolamenti.
Il testo integrale della motivazione della sentenza sarà pubblicato nelle prossime settimane.