EDITORIALE

La notizia che il governo aveva fatto sparire i soldi donati ai terremotati con gli Sms era falsa. Alcuni giornali l’avevano sparata in prima pagina a tutta pagina. Ora smentiranno? No. Nessuno più si stupisce della quantità in continuo aumento di informazione avariata. E questo ormai sta mettendo in discussione il diritto all’informazione e la stessa libertà di stampa «Governo ladro!»... e se la notizia è una balla poco male

Il Procuratore che indaga su Amatrice ha fatto sapere che la storia dei soldi degli Sms spariti e intascati ( non si sa bene da chi) era semplicemente una storia infondata.

L’aveva denunciata il sindaco di Amatrice, alla festa di “Fratelli d’Italia”, l’avevano ripresa con robusto suono di grancassa “Il Fatto”, e poi il “Giornale”, e vari altri quotidiani. Il sindaco di Amatrice ieri ha spiegato che lui non aveva in realtà mai detto che i soldi erano spariti, ma solo che non erano arrivati ad Amatrice. È così, a quanto pare: i soldi sono stati usati per aiutare altri paesi colpiti dal terremoto, perché ad Amatrice erano stati assegnati altri fondi. La Protezione civile si è limitata a fare il suo lavoro, non ha nascosto il tesoro. Nessuno scandalo.

Però i giornali non avevano detto questo. Avevano scritto a tutta pagina, in prima pagina, che i soldi sono spariti. Sottotitolo: «Governo ladro».

Quale sarà la conseguenza di questo clamoroso infortunio giornalistico ( multiplo) che appena una quindicina d’anni fa avrebbe provocato un terremoto nel mono della stampa? L’effetto sarà silenzioso e nullo. Nessuno si occuperà della questione, nemmeno tra i giornali concorrenti, perché nessuno dei giornali concorrenti ritiene che “Il Fatto”, o “Il Giornale”, o altri quotidiani simili, siano giornali con una forte credibilità. E dunque considerano una notizia falsa pubblicata su quei quotidiani semplicemente la normalità, o quasi, e non una eccezione. E gli stessi giornali che hanno fornito ai lettori la notizia non vera non si preoccuperanno in nessun modo di smentirla, tutt’al più sospenderanno la campagna che durava da diversi giorni. Volete qualche titolo delle ultime 24 ore? A tutta pagina, prima pagina: «Spariti i soldi degli Sms donati ai terremotati» ; «Spariti i 33 milioni degli Sms, indagano i Pm». «Ladri di beneficenza» ; eccetera eccetera eccetera.

Per questi titoli nessuno chiederà scusa e la notizia della truffa di stato a danno dei terremotati continuerà a correre e a diventare “virale”, come si dice nel linguaggio moderno.

Poco male? Può darsi. Però dobbiamo prendere atto del fatto che l’informazione ha subìto un processo di fortissimo degrado. E che il rapporto tra informazione “vera” e informazione “falsa” oggi è nettamente più a favore dell’informazione “falsa”, rispetto a quindici o vent’anni fa, e dunque che il diritto all’informazione, sancito dalla Costituzione, anziché svilupparsi ( come era prevedibile) si è ristretto, e questo forse avviene in tutto l’Occidente ma in nessun paese dell’occidente avviene nelle dimensioni nelle quali avviene da noi.

Esiste un sito, sul web, che si chiama “giornalone. it”, che tutte le mattina pubblica le prime pagine di parecchi giornali. I primi giornali, in ordine di apparizione, sono “Il Fatto”, “Libero”, “la Verità”, il “Giornale”. Provate a dare un’occhiata: è un museo degli orrori. Tutti i giorni titoli di scatola, di questo tenore: «Gentiloni e Padoan hanno le tasche vuote come il cervello». «Tutto quello che dice Renzi è falso». «L’Ue ordina: più potere ai musulmani». «Il governo trucca i conti e ci indebita». Ho solo copiato i titoli degli ultimi due giorni, e non sono titoli di articoli di commento ( che sarebbero comunque un po’ aspri, ma accettabili) sono i titoli che campeggiano in testata, gridati, e che offrono la notizia e il tema del giorno. Voi direte che non c’è da allarmarsi. Che in fondo, in questo modo, questi giornali assomigliano più al “Vernacoliere” di Livorno che ai giornali d’informazione stranieri (“Il Vernacoliere” è un periodico toscano di satira “dura”, un po’ volgare ma molto divertente, e fondata comunque sull’assurdo). Non credo però che il problema possa risolversi con una alzata di spalle. Perché questi giornali stanno imponendo il loro stile, innanzitutto all’opinione pubblica ( e alla rete) ma poi anche agli altri organi di stampa, che in qualche modo sono costretti ad inseguire.

Tutto ciò pone una gigantesca questione. La diffusione massiccia, in edicola, di notizie false e infondate limita il diritto ad essere informati e dunque tocca il tema delicatissimo della libertà di stampa. I giornalisti italiani sono abituati a scendere in piazza ogni volta che qualcuno minaccia di proibire la pubblicazione delle intercettazioni. E invece tacciono, perché sono abituati così, di fronte alla valanga di informazione corrotta che viene riversata sul pubblico. Non dovrebbe succedere il contrario? Non sarebbe necessaria una “rivolta morale” di questa categoria di intellettuali che ha avuto sempre un peso molto grande nella cultura italiana?

Io penso di si. Ma non è che ci speri molto...