«Come ho già chiarito nel corso della mia informativa resa al Senato sulle inchieste russe personalmente non considero il confronto tra governo e Parlamento un molesto orpello del nostro sistema democratico ma la vera essenza della nostra forma di governo e in particolare di una democrazia parlamentare». CONTE ATTACCA SALVINI Poco prima delle 23 di ieri seera il presidente del Consiglio convoca un’irrituale conferenza stampa per dare alcune informazioni sulla giornata nella quale Salvini ha comunicato l’intenzione di interrompere l’esperienza di governo. Ma quella di Conte non  è stato un semplice chiarimento bensì un attacco al ministro dell’Interno. «Spetterà a Salvini, nella sua veste di senatore, spiegare al Paese - continua Conte - e giustificare agli elettori che hanno creduto nella prospettiva del cambiamento le ragioni che lo portano a interrompono bruscamente l'azione di governo»- Ma c’è di più, l’inquilino di Palazzo Chigi rivela che Salvini nei colloqui avuti con lui nel pomeriggio non ha fatto mistero di voler capitalizzare il consenso. Mera strumentalità dunque, un tradimento della collaborazione di questo anno e mezzo di maggioranza gialloverde. Alla fine la promessa che Conte si presenterà in Parlamento e deciderà quando farlo insieme al presidente della Repubblica, e non certp Salvini a poter determinare i tempi.  Elezioni certe quindi? La giornata politica di oggi sembra aver dato  queste indicazioni, ma tutto rimane aperto e non si capisce quali saranno le prossime mosse. CONTE E FICO AL QUIRINALE Si è cominciato con la salita al Colle da parte del presidente del Consiglio per riferire al presidente della Repubblica sullo stato attuale della crisi. Un’informativa come si dice in gergo ma che non si è tradotta in dimissioni o tanto meno in una chiara indicazioni su un ritorno alle urne.Intanto il vicepremier Di Maio ha riunito i gruppi parlamentari del 5Stelle dichiarandosi stanco del continuo confronto con Matteo Salvini, quasi una dichiarazione di consunzione dei rapporti e di una strada che pare segnata.Per ultimo anche il presidente della Camera Roberto Fico si è recato a colloquio con Mattarella. LEGA ED ELEZIONIMa sono le dichiarazioni leghiste quelle che in maggior misura fanno pensare ad uno sbocco elettorale. Le voci che arrivano dal Carroccio non lasciano tanto spazio a interpretazioni.«Parliamo solo attraverso note e fonti ufficiali» -. dicono i leghisti commentando quanto sta succedendo. Ma il desiderio e le indiscrezioni che ormai circolavano all’ora di pranzo parlavano di  elezioni. Forse ad ottobre.Dopo poche ore la conferma attraverso una comunicazione della Lega: «Nessuna richiesta di poltrone, nessun rimpasto di governo come nella Prima Repubblica». «Da troppo tempo – continua la nota – su temi fondamentali per il Paese come grandi opere, infrastrutture e sviluppo economico, shock fiscale, applicazione delle autonomie, energia, riforma della giustizia e rapporto con l’Europa tra Lega e 5stelle ci sono visioni differenti». NIENTE UNISCE LA MAGGIORANZALa goccia che ha fatto traboccare il vaso è poi stato il voto sulla Tav «l’ultima irrimediabile certificazione».Salvini dunque sarebbe arrivato alla tanto attesa (dal suo stato maggiore ed elettori) decisione di staccare la spina. Invece dell’estenuante tira e molla e i tentativi vani di trovare una ricomposizione con l’alleato «l’unica alternativa a questo governo è ridare la parola agli Italiani con nuove elezioni».Ora la l’ultima parola spetta a Sergio Mattarella.